Pfas: perché Mario Draghi li ritiene necessari per la transizione ecologica?
Nel suo rapporto sul futuro della competitività europea, l’ex premier italiano ha sollevato una questione: il possibile divieto delle sostanze chimiche pericolose potrebbe ostacolare la produzione Ue di tecnologie pulite
Il recente rapporto dell’ex premier italiano, Mario Draghi, sulla competitività dell’Unione europea, intitolato Il futuro della competitività europea, ha sollevato un acceso dibattito sulla regolamentazione dei Pfas (sostanze perfluoroalchiliche).
Queste sostanze, note per la loro persistenza nell’ambiente e la tossicità per la salute umana, sono sotto esame da parte delle istituzioni europee che ne valutano un possibile divieto. Tuttavia, Draghi ha messo in guardia contro un’azione precipitosa: “Un possibile futuro divieto su un gruppo di sostanze Pfas influenzerebbe l’uso di sostanze necessarie per produrre tecnologie pulite (batterie ed elettrolizzatori), per le quali attualmente non ci sono alternative”.
Gli effetti dei Pfas su ambiente e salute
L’affermazione di Draghi, contenuta nel capitolo 5 del report a pagina 129, ha innescato un acceso dibattito. Le tecnologie pulite, come le batterie e gli elettrolizzatori, sono fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica dell’Ue, ma la produzione
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