Perché La Porta Rossa 3 è una fiction da proteggere

La terza (e ultima) stagione della fiction di Rai2 con Lino Guanciale, Gabriella Pession e Valentina Romani dimostra quanto il servizio pubblico abbia voglia di sperimentare e prendersi dei rischi. E di questo non possiamo che dire grazie

Un po’ dispiace che quando la Rai realizza un prodotto dalle venature thriller e mistery continuiamo a spulciare i cataloghi delle piattaforme in cerca di un titolo capace di attirare la nostra attenzione, come se quello che ci propone la televisione generalista non sia mai abbastanza. Fortunatamente ci sono prodotti come La Porta Rossa, la fiction co-prodotta da Rai Fiction e Garbo Produzioni ideata da Carlo Lucarelli riuscita, nel corso delle sue tre stagioni, a mettere in scena una storia di confine, di limiti, di universi e di conflitti come non se ne vedevano da tempo. Le avventure del fantasma in stile «Ghost» interpretato da Lino Guanciale, forte e magnetico anche se trasparente e in forma di ectoplasma, possiedono, infatti, qualcosa di magico, una sorta di forza intrinseca che si sposa molto bene con gli intrighi da sgrovigliare, gli amori in sospeso da chiarire e la quadriglia di colpi di scena da ammortizzare che sono diventati un must de La Porta Rossa

Francesco Chiot

Siamo effettivamente stanchi di leggere commenti carichi di risentimento e di stanchezza nei confronti di una televisione che


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