Perché la confessione in diretta di un omicidio è il fallimento della nostra società
L’ammissione di aver commesso un omicidio avvenuta in tempo reale, in un contesto di diretta televisiva, senza un filtro o una riflessione approfondita. Analisi di un tempo, il nostro, in cui ci piace rovistare nelle cose altrui e curiosare dal buco della serratura, per poi gridare allo scandalo solo in un secondo momento. Quando ormai il danno è fatto
L’ha ammazzata e poi ha confessato. Non davanti a un giudice no, ma dinanzi a una telecamera. Particolarmente sconvolto, certo, e anche fuori di sé, ma anche con la lucidità di fornirci dovizia di particolari: il cuscino, la federa, i lacci. Lui è L.C., un uomo di 50 anni della provincia di Modena, che nel bel mezzo di uno dei programmi più popolari dei pomeriggi delle anziane signore – Pomeriggio 5, della giornalista Myrta Merlino – ha confessato di punto e in bianco di avere ucciso la madre.
L’intervista è andata in onda quasi per intero (Myrta Merlino ha precisato di aver fatto tagliare le parti più crude, con i particolari di come era avvenuto l’omicidio) – e
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