L’incredibile talento di Mr.Hershey Felder

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Raccontare Hershey Felder non è cosa semplice. Pianista, attore, regista e drammaturgo noto per le sue interpretazioni di compositori classici e americani sui palcoscenici musicali d’oltreoceano, è soprattutto un artista - come l’ha definito la rivista American Theater - ‘che appartiene a una categoria tutta sua’. Lo incontriamo a Venezia per la presentazione della sua ultima opera:  “Chopin and Liszt in Paris” un film che mette in scena la storia della rivalità e delle relazioni di due dei più grandi compositori per pianoforte mai vissuti in Europa nell’Ottocento. Non è un film nel senso tradizionale del termine e non è un documentario. Quello scritto, diretto e interpretato sul palcoscenico da Hershey Felder è uno spettacolo teatrale e un racconto musicale che mette in scena in musica e in parole la storia di vita dei due protagonisti il tutto filmato nei luoghi di Parigi dove i personaggi hanno vissuto. Al fianco di Felder, che interpreta Franz Liszt, un altro grande virtuoso del pianoforte di fama internazionale, Boris Giltburg che porta sul palcoscenico il genio Frederic Chopin e un cast che vede Debi Mazar nei panni di George Sand, Sally George nel ruolo della principessa Carolyn Wittgenstein e Jonathan Silvestri nella parte di Eugene Delacroix. I suoi show musicali hanno preso questa forma - quello del film da vedere in streaming sulla piattaforma Hershey Felder Presents - durante il periodo più difficile della pandemia, proprio quando Felder si era trasferito a vivere in Italia assieme alla moglie, l’ex primo ministro canadese, Kim Campbell.Hershey nel tuo sito definisci i tuoi spettacoli ‘musical storytelling’. Ci racconti come sei arrivato a questa originale formula di spettacolo ?“E’ la storia dell’incontro di due mie grandi passioni, che ho coltivato sin dall’infanzia: la recitazione e il pianoforte. Due mondi che per molti anni sono stati separati e che, un po’ per fortuna, un po’ per caso si sono infine incontrati quando avevo 27 anni.A quel tempo lavoravo per la Steven Spielberg Shoah Foundation. Parlando francese e yiddish mi trovai a raccogliere le testimonianze orali di alcuni sopravvissuti dell’olocausto. Una storia che mi colpì molto fu quella di Helmuth Spryzcer che da giovanissimo ad Auschwitz veniva costretto ad intrattenere i soldati nazisti fischiettando la melodia di ‘Rhapsody in Blue’ uno dei brani più celebri composti da Gershwin. Ne feci un racconto musicale e riuscii a convincere la famiglia Gershwin, che inizialmente era contraria a questo racconto di vita così oscuro, a lasciarmi portare in scena lo spettacolo dove io avrei recitato, suonato Gershwin e messo in scena l’intera vicenda. Era un piccolo teatro sul Sunset Boulevard a Los Angeles, ma in poco tempo, grazie al passaparola, lo show divenne un grande successo così che una sera a teatro veniva Neil Simon, quella dopo Mel Brooks o Annette Bening con il marito Warren Beatty...e un’infinità di personaggi famosi” Ho visto uno dei tuoi spettacoli, quel “Gershwin Alone” che hai registrato al Teatro Verdi di Firenze nel 2021 …“E’ uno dei miei spettacoli più conosciuti, l’ho portato oltre tremila volte sul palcoscenico in teatri prestigiosi di Broadway, Londra, Los Angeles, Chicago, San Diego, San Francisco, Boston, Philadelphia, Washington. Quello che hai visto è la registrazione del concerto che abbiamo trasmesso in streaming in diretta nel settembre dello scorso anno. E’ un one man show porto sul palcoscenico, suonando, cantando e recitando alcune delle canzoni più famose di Gershiwin da "The Man I Love" e "Someone to Watch Over Me", attraverso i successi di “An American In Paris” e “Porgy and Bess”, fino a una performance completa di Rhapsody In Blue”Tremila rappresentazioni .. sembra un numero enorme..“La mia vita prima della pandemia, per 27 anni, è stata sempre sul palcoscenico. Tutte le sere per 320 spettacoli all’anno. Non solo Gershwin naturalmente. Ho messo in piedi molte produzioni raccontando la musica e la vita di alcuni dei più grandi compositori e musicisti di tutti i tempi. Da Leonard Bernstein a Irvin Berlin, Chopin, Beethoven, Tchaikovsky, Claude Debussy per citarne alcuni. Il primo tentativo di spettacolo in live streaming l’ho fatto nel maggio del 2020 con “Hershey Felder as Irving Berlin”... direttamente da casa mia. L’idea era di aiutare e far squadra con alcuni dei teatri, tra cui il San Diego Repertory Theatre, con cui normalmente collaboro portando i miei spettacoli dato che con la pandemia l’intero settore era fermo in Italia come in America. Fu anche questo subito un successo, abbiamo nella prima stagione abbiamo staccato oltre 80,000 biglietti da 50 dollari per quello spettacolo, raccogliendo 4 milioni di dollari in un'operazione che è andata a supportare teatri e artisti in difficoltà per la pandemia, così come diverse organizzazioni italiane a Firenze e dintorni. Ho così continuato con questi eventi live con “Hershey Felder as Beethoven” per infine passare alla formula del film vero e proprio con “Dante and Beatrice in Florence” uno spettacolo di cui ho scritto sia la sceneggiatura che la colonna sonora, ho co-diretto e dove ho interpretato due ruoli oltre a suonare il piano e cantare. Naturalmente anche Firenze e i suoi luoghi meravigliosi divengono il set dove si svolge il racconto. L’Italia è il palcoscenico ideale, un set naturale, dove raccontare molte storie. Ed è probabilmente l’unico luogo dove avrei potuto creare una compagnia cinematografica di questo tipo. E’ la bellezza dell'Italia che consente di creare i tanti mondi di molti grandi artisti viaggiando in luoghi meravigliosi, in città straordinarie come Firenze o Venezia che ti consentono di ambientare una moltitudine di racconti. Anche qui la formula per raggiungere il pubblico è il video on demand.”Come scegli le storie da raccontare ?“Ogni mio spettacolo, ogni incontro con un artista ha una sua origine. Tutto ha inizio dallo studio dell’artista che voglio raccontare. Una ricerca che partendo dalla musica cerca di ricostruire le storie che hanno condotto l’artista a scrivere i brani che ha composto, in quel particolare momento della sua vita. E non si tratta solo di suonare e interpretare queste musiche, ma di calarmi nella parte del protagonista, con abiti e acconciature adeguate, dando loro corpo e voce …”I tuoi talenti spaziano in molti campi, il pianoforte e la recitazione su tutti … da dove inizi ?“Mi piace citare un aneddoto attribuito al fratello di George Gershwin, Ira .. quando gli domandavano viene prima la musica o i testi ? la sua risposta era che i contratti venivano prima di tutto ! Ho dovuto creare la mia compagnia teatrale molto presto per produrre i miei spettacoli che nessun teatro voleva prendere il rischio di finanziare. Se il business è a posto, se sei in grado di pagare il tuo lavoro e di quelli che collaborano con te, è una buona base di partenza. Invece tanti artisti passano il loro tempo a girare, girare, aggiustare questa pagina e aggiustare quella pagina e aggiustare la pagina successiva e va tutto bene, ma se non c'è fine .. se sei bloccato a riscrivere la tua sceneggiatura è un po' come essere eternamente all'inferno. La verità è che non ho mai voluto che qualcun altro decidesse per me se mi era permesso raccontare una storia o meno. Essere l’imprenditore di me stesso è più rischioso, ma mi offre in cambio molta libertà”—-------I film e gli show di Hershey Felder sono disponibili anche per il pubblico italiano sul suo sito Hershey Felder Presents (https://www.hersheyfelder.net/) . Le formule sono le più varie e comprendono la vendita di abbonamenti stagionali e quello dei singoli titoli on demand. Tra le produzioni più interessanti “Violetta”, basato sulla Traviata di Giuseppe Verdi e “Mozart e Figaro a Vienna”, basato sulle Nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Lorenzo da Ponte.

Dalla stagione “barocca” alla neometafisica, Giorgio de Chirico in arrivo a Bologna

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In un emblematico autoritratto, un Giorgio de Chirico in abiti antichi si confronta con i maestri del passato, prendendo le distanze dalla modernità e dai dogmi del Novecento. Opera fondamentale della “stagione barocca”, Autoritratto nel parco con costume del Seicento del 1956 guida la prima fase della pittura dechirichiana quando, dal 1938 al 1968, il pittore si ispira a Rubens e ai grandi maestri del calibro di Dürer, Raffaello, Delacroix. Dal 13 ottobre al 12 marzo anche il visitatore di Palazzo Pallavicini, a Bologna, è invitato a condividere questo duplice sguardo sulla pittura dell’artista di Volos, protagonista del percorso De Chirico e l’oltre. Dalla stagione «barocca» alla neometafisica (1938-1978) a cura di Elena Pontiggia e Francesca Bogliolo. Prodotta e organizzata da Pallavicini Srl in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, la mostra ripercorre due importanti momenti della pittura del maestro attraverso oltre settanta opere provenienti dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico di Roma. Giorgio de Chirico, Interno metafisico con pere, 1968, Olio su tela, 65 x 80 cm, firmata "g. de Chirico 1968" © Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma, © Giorgio De Chirico by SIAE 2022La prima sezione, che pone sotto la lente la stagione “barocca”, si sviluppa dal 1938 al 1968, quando de Chirico, dopo aver lasciato Parigi nel 1939, torna in Italia, dividendosi fra Milano e Firenze, prima di trasferirsi definitivamente nella città eterna. Le opere di questi anni non sono realiste, ma mirano a creare un mondo ideale e irreale, una finzione più vera del vero. Dietro il loro apparente naturalismo le opere “barocche” sono ancora meta-fisiche, rappresentano una natura che in natura non esiste. Da questo punto di vista si ritrovano in mostra il celebre Autoritratto nudo del 1945 e l’emblematico Autoritratto nel parco con costume del Seicento del 1956. Tra le altre opere fondamentali della stagione “barocca”, la mostra presenta Natura morta ariostesca, 1940, La pattinatrice, 1940 (il ritratto della moglie Isabella come allegoria dell’inverno), la serie di Villa Medici, mentre uno dei primi esempi di de Chirico scultore è rappresentato dalla terracotta Bucefalo del 1940.Giorgio de Chirico, Le maschere, 1970, Olio su cartone, 18 x 25.5 cm, firmata "g. de Chirico" © Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma, © Giorgio De Chirico by SIAE 2022 Il decennio 1968-78 coincide invece con la stagione neometafisica, alla quale è dedicata la seconda parte del percorso di Palazzo Pallavicini. Sono gli anni in cui de Chirico ritorna a dipingere gli emblematici manichini, le Piazze d’Italia e altri enigmi, ricchi di nuove invenzioni ed elaborazioni, reinterpretando con ironia e in forme più distese i temi del passato che si caricano adesso di colori più accesi, di un’ ironia più accentuata, di toni giocosi non privi di qualche malinconia. Alla pittura pastosa della stagione “barocca”, l’artista sostituisce una pittura fondata sul disegno e sulla costruzione nitida delle forme. Capolavori come Ettore e Andromaca, Il sole sul cavalletto, I bagni misteriosi, Le muse inquietanti, Visione metafisica di New York, 1975 ripercorrono questa fase. Il percorso espositivo è aperto da giovedì a domenica dalle 11 alle 20. La biglietteria chiude un’ora prima, con ultimo ingresso alle 19. Leggi anche:• De Chirico e l'oltre. Dalla stagione "barocca" alla neometafisica

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Ricetta di Pasquale Tozzi, Executive Chef dei ristoranti Il Magnolia e Il Pescatore situati all’interno dell’albergo 5 stelle lusso Grand Hotel Fasano & Villa Principe a Gardone Riviera (Bs)