Omicidio Arcuri, i giudici di appello: “Dalla nonna innumerevoli bugie per allontanare i sospetti dal nipote”

Per la corte Mirella Iezzi, "nonna dal cuore grande e dalla mente lucida", ha "composto un puzzle per favorire il nipote"

Morte di Maria Sestina Arcuri, per la corte di appello di Roma non ci sono dubbi: dalla nonna di Andrea Landolfi, Mirella Iezzi, sono arrivate solo “menzognere dichiarazioni” finalizzate alla composizione di un “puzzle” utile “per favorire il nipote”. Ma di quelle “bugie” il tribunale di Viterbo, che aveva assolto Landolfi, ha “escluso o attenuato la rilevanza”. I giudici di secondo grado lo scrivono nelle motivazioni della sentenza del 21 dicembre scorso con cui hanno condannato Landolfi a 22 anni di carcere, oltre a una provvisionale di 300mila euro: 100mila per la madre, altrettanti per il padre e 50mila per ciascuno dei due fratelli.

“L’anziana signora – afferma la corte di appello riferendosi a Iezzi – ha lucidamente mentito (le bugie sono innumerevoli) per coerenza con la sua scrittura di una sceneggiatura da commedia in luogo del racconto di una tragedia. Insiste fino allo sfinimento nella narrazione di un quadretto idilliaco, e per rendere più credibile tale realtà immaginaria inventa lunghi lassi di tempo infarciti di progetti di vita, di gioiose o gelose confidenze di Maria Sestina, di colloqui confidenziali


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