Obbligo vaccino per gli over 50, multa da 100 euro “una tantum”. Polemiche sul consenso informato: “Va cambiato, prevedere indennizzi”.

La sanzione sarà irrogata dall’Agenzia delle Entrate. Il sottosegretario Costa: “Gli indennizzi ci sono già”. Crisanti, microbiologo dell’università di Padova: “Siamo all’improvvisazione, la somministrazione viene imposta anche a persone che non ne avrebbero bisogno”.
Emergono i dettagli della sanzione da 100 euro prevista dal governo contestualmente all’approvazione dell’obbligo vaccinale per gli over 50. Il decreto licenziato dal consiglio dei ministri prevede, per tutti coloro (lavoratori e non) che non saranno in regola con l’obbligo vaccinale a partire dal primo febbraio 2022, una sanzione – appunto – da 100 euro che, spiegano fonti di Palazzo Chigi, sarà “una tantum”, dunque una volta soltanto. La sanzione sarà irrogata dall’Agenzia delle entrate, attraverso l’incrocio dei dati della popolazione residente con quelli risultanti nelle anagrafi vaccinali regionali o provinciali.
Intanto si accendono le polemiche a proposito proprio della nuova norma che prevede l’obbligo. “Siamo all’improvvisazione: l’obbligo agli over 50 non si può imporre senza una revisione del consenso informato”. Andrea Crisanti, microbiologo dell’Università di Padova attacca frontalmente la scelta del governo che ha approvato l’obbligo vaccinale per gli over 50 . una misura resa necessaria per tentare di arginare la diffusione dei contagi del Covid, in particolare provocati dalla variante Omicron.
Per Crisanti, però, l’introduzione dell’obbligo vaccinale si porta dietro anche un problema di carattere giuridico, “perché lo si fa per impedire la malattia, ma non per limitare la trasmissione. Questo diventa un obbligo terapeutico, è una novità assoluta nella sanità pubblica”. La scelta del governo, osserva, “sembra solo frutto del panico. Tra l’altro lo si impone a tutti, anche a persone che magari non ne avrebbero bisogno. E’ un’autentica follia”, conclude il microbiologo.
Una posizione ripresa anche dal Codacons che sostiene che chi si sottopone alla somministrazione del farmaco debba firmare dei moduli per il consenso informato differenti da quelli attuali. Chi viene vaccinato, infatti, finora ha sempre firmato dei fogli in cui non viene prevista la responsabilità dello Stato in caso di effetti collaterali, reazioni avverse gravi o danni permanenti. Secondo il presidente dell’associazione, Carlo Rienzi, “il consenso deve essere modificato con urgenza, pena una raffica di ricorsi in Tribunale contro lo Stato Italiano”.
Una dichiarazione, quella dell’associazione dei consumatori, che però secondo il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, non è esatta poiché in realtà “già oggi in presenza di una vaccinazione di massa a tutela della salute pubblica lo Stato interviene, si fa carico e indennizza qualora ci siano delle conseguenze e dei danni ai cittadini. C’è’ una sentenza della Corte Costituzionale – conclude – che afferma questo, già oggi è così. In ogni caso, nei prossimi giorni valuteremo eventuali modifiche o se ci sarà bisogno di un ulteriore chiarimento”.
Nel dibattito interviene anche il presidente della Federazione nazionale dell’ordine dei medici, Filippo Anelli: “Il medico spiega al cittadino quali possono essere le conseguenze positive e negative della vaccinazione, e firmando il consenso informato il cittadino dichiara di aver compreso quanto gli è stato spiegato. Se non lo firma – conclude Anelli -la somministrazione non può avvenire”.
Ma per il giurista Amedeo Santosuosso si parla di polemiche inutile perché “la base del consenso informato è l’articolo 32 della Costituzione, che prevede che attraverso una legge possano essere previste limitazioni alla libertà delle persone: il decreto approvato ha valore di legge e quindi soddisfa i requisiti dell’articolo 32”.
Fonte: La Repubblica.it

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