
Non solo “P38”, le violenze continue di anarchici e centri sociali. Il Pd emiliano esca dall’ambiguità
Riceviamo e volentieri pubblichiamo No, non si tratta solo di canzoni. La vicenda del gruppo “P38”; degli spazi che abitualmente trovava nel mondo dei così detti “centri sociali” e che consentivano a esso di esprimersi di promuovere musiche testi e, presubilmente, anche di guadagnare qualcosa; delle istituzioni “rosse” emiliane e non solo emiliane che hanno […]
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo
No, non si tratta solo di canzoni. La vicenda del gruppo “P38”; degli spazi che abitualmente trovava nel mondo dei così detti “centri sociali” e che consentivano a esso di esprimersi di promuovere musiche testi e, presubilmente, anche di guadagnare qualcosa; delle istituzioni “rosse” emiliane e non solo emiliane che hanno permesso a questi ragazzi di inneggiare alle Br e all’assassinio di Aldo Moro proprio a due passi del lungo viale periferico che porta il nome dello statista democristiano; tutto questo testimonia semplicemente il lungo, interminabile rapporto che in qualche modo lega la Sinistra ufficiale ai gruppi dell’antagonismo radicale. Un rapporto equivoco e pericoloso – per quanto altalenante e non privo di frizioni e momenti di scontro -, in particolare perché lascia senza reale controllo un terreno di coltura della violenza politica che non è solo potenziale. Anzi… Un terreno che non produce solo disgustose manifestazioni di dissenso politico – come nel caso della ignobile impiccagione di un feticcio con le fattezze della premier in carica -, ma che scivole nell’eversione vera e propria.
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Solo nelle ultime due settimane, il tentativo di un sedicente “gruppo anarchico” d’appiccare un incendio all’azienda Marr di Anzola Emilia – piccolo comune dell’hinterland bolognese – e la sacrilega invasione di una chiesa – la parrocchia del Sacro cuore di Gesù – con interruzione della funzione religiosa, nello sconcerto dei fedeli. Il tutto, per di più, in quest’ultimo caso, per protestare contro la detenzione al “41bis” di Alfredo Cospito, condannato per aver “gambizzato” l’amministratore delegato di “Ansaldo nucleare” e per aver avuto un ruolo primario negli attentati alla Scuola allievi carabinieri di Fossano.
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