Maxi bollette, dilaga la protesta. Dai cortei ai falò: «Noi in ginocchio»
di Andrea Pasqualetto
Si muove l’Usb: oggi manifestazioni in 14 città. Il coordinatore del movimento «Non paghiamo»: «Puntiamo a un milione di adesioni e poi sciopero delle bollette». Chiude una catena di hotel: «Insostenibili 500 mila euro di rincaro al mese»
La forma è ormai quella: il falò delle bollette. L’hanno fatto a Bologna, Brescia, Torino, Roma, Milano, Napoli. La protesta contro l’aumento vertiginoso di elettricità e gas sta dilagando. Sono famiglie, lavoratori, commercianti, artigiani, imprenditori, amministratori di condominio, tutti in difficoltà per il costo delle bollette energetiche e spaventati dal futuro. Una contestazione ancora frammentata, promossa da gruppi autonomi e sindacati e da un movimento dal nome chiaro, «Non Paghiamo», che ha organizzato manifestazioni in varie città proponendo forme di disobbedienza civile non violenta. Cosa significa? «Sciopero delle bollette. Puntiamo a ottenere una riduzione dei costi ai valori precedenti l’inflazione post-covid e la guerra», spiega Marco Kino, un po’ il coordinatore nazionale, un infermiere romano che ha raccolto consensi con un obiettivo ben definito: «Un milione di adesioni entro il 30 novembre. Se avremo raggiunto questo traguardo inizieremo con l’autoriduzione e il mancato pagamento delle bollette. La massa critica è necessaria perché non vogliamo mettere in difficoltà nessuno con distacchi di energia e gas».
La rete e le richieste
Al momento hanno 8mila adesioni, registrate da un contatore visibile sui social dove sono presenti con tanto di manuale organizzativo, programma e manifesto nazionale. La loro è una campagna che nasce in Inghilterra e si è diffusa in Francia. C’è dietro gente del terzo settore, movimenti ambientalisti, ecologisti, gente comune. «Siamo presenti in 15 regioni, faremo delle iniziative contemporanee a sorpresa in tutte le città d’Italia». Si sono già riuniti tre volte e giovedì prossimo si incontreranno
