Mario Adinolfi candidato sindaco a Ventotene prende zero voti

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di Redazione Online

Vince Carmine Caputo con il 55% dei voti. L’amara reazione su Twitter: «Non mi ha votato neanche il mio cane. Mi ricandiderò»

Mario Adinolfi voleva diventare sindaco di Ventotene ma i cittadini hanno deciso: zero voti per lui. Il leader de “Il popolo della famiglia” non ha convinto il 73,91% degli aventi diritto che il 12 giugno si sono recati alle urne. Incoronato sindaco dell’isola pontina il suo avversario Carmine Caputo, sostenuto dalla lista “Insieme per Ventotene”, con il 55% dei voti. Amara la reazione su Twitter: «Niente, a Ventotene non mi ha votato neanche il mio cane. (Ho provato a forzare modalità paramafiose del voto nei piccoli centri meridionali. Ho perso. La democrazia funziona anche così». Senza perdere però del tutto le speranze: «Mi ricandiderò a Ventotene e la cambierò, perché il cambiamento è necessario come l’aria)», ha scritto Adinolfi.

Amara anche la prima reazione: «A Ventotene lo scontro tra bande rende impraticabile lo spazio democratico. Un voto al partito gay, nessun voto al Popolo della Famiglia, 500 voti alle due bande. Brutto segnale di controllo del voto, ma in alcune piccole realtà funziona così», ha commentato dopo aver saputo l’esito delle elezioni, «insisteremo perché l’isola cambi».

«A Ventotene non si fanno più figli», era scadendo questa denuncia che Adinolfi si era candidato sindaco. Le sue priorità per l’isola erano cancellare il diritto di aborto istituendo il reddito di maternità , oltre a favorire i matrimoni. Aveva definito il programma del Partito Gay – che ha ottenuto un solo voto – «una pappardella in pieno stile frocesco» e niente più di «un fogliettino da gay pride».

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