Manifestazione di Roma: il copione è sempre quello, da Cossiga a Genova G8

La manifestazione dei no green pass è stata ovviamente criminalizzata da tutti i giornali: non potendo dire che è stata un flop, si è detto che è stata violenta per via di “attacchi fascisti” alla sede della Cgil.

Ovviamente arriva la solidarietà anche dalle presunte forze di opposizione che però stanno nel governo (e si stupiscono se i loro elettori disertano le urne). L’unico politico che ha avuto una visione chiara dell’avvenuto è stato Marco Rizzo il quale, riguardo l’assalto alla sede della Cgil, ha lucidamente visto una riedizione della strategia della tensione, con picchiatori fascisti cooptati dal regime per “creare il caso”. D’altronde lo insegnava Cossiga, che se ne intendeva:

Il consenso si forma sulla paura, non verso le forze di Polizia, ma verso i manifestanti

Marco Rizzo però non sottolinea un altro parallelo interessante: quello con il g8 di Genova e le oramai acclarate violenze poliziesche. Perché, ovviamente non sui media ufficiali che stanno silenziando tutto, ma sui social stanno cominciando ad apparire le testimonianze di chi c’era.

Ad esempio quella di Francesco Cocco, giornalista che attualmente collabora con “Il Foglio”, che si è visto rifilare un calcio nelle parti basse non tanto da un facinoroso picchiatore fascista no vax, bensì da un rappresentante delle Forze dell’Ordine. Così, senza motivo. Nelle chat di Telegram girano anche le immagini di persone inermi manganellate dalle Forze dell’Ordine, ma anche su Twitter sono state documentate le cariche della polizia e scene degne del Cile di Pinochet.

Il volto del regime sì, ma anche immagini distribuite apposta per scoraggiare i normali cittadini dal partecipare alle prossime proteste. I racconti confermano che in piazza si è agito proprio con lo scopo di terrorizzare anziani e famiglie: non deve più accadere che il governo si ritrovi con le piazze piene di cittadini qualunque. Anche questo fa parte dei manuali di strategia. Così come il poliziotto in borghese che, prima di picchiare un manifestante inerme a terra, viene fotografato mentre -insieme ai facinorosi- tenta di buttare giù un blindato. O l’altro giovanotto che, nelle riprese di Local Team, si intravede saltare di continuo dalle file dei manifestanti più facinorosi a quelle dei celerini. Chi sono questi personaggi? Chi li manda?


E’ probabilmente ancora in vigore la dottrina Cossiga, quella che incendiò gli anni ’70, e che vede la sua lontana origine nella tristemente famosa Escuela del Las Americas in cui la CIA insegnava i fatti della vita alle Polizie sudamericane. Pinochet, appunto.

Infatti non si è sentito un fiato di solidarietà dalle forze politiche verso i manifestanti manganellati. Non da chi dovrebbe opporsi al regime draghista, non da chi vent’anni fa ha fatto un martire di Carlo Giuliani. Ve lo ricordate, vero? Ora quegli stessi che parlavano di Giuliani e dei crimini della Diaz invocano la polizia a cavallo e i cannoni sulla folla.

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La favola giornalistica è che la piazza fosse in mano a Forza Nuova. Davvero Forza Nuova avrebbe così tanti iscritti? Difficile visto che si è sciolta nel 2020: ora è solo un tool mediatico da agitare come spauracchio e il cui ex capo Castellini, ufficialmente sorvegliato speciale, ieri se ne stava tranquillamente in piazza nelle vesti di agitatore. Il Viminale non ha nulla da dire? Oppure, più probabilmente, siamo ancora alla dottrina di cui sopra: l’infiltrazione dell’agente provocatore nei cortei.

Ma le scene, che ora girano “clandestinamente” (me nemmeno troppo) parlano anche del copione di Genova, dei fatti della scuola Diaz, capitolo che non fece onore alla storia italiana. Ma allora c’era Berlusconi, c’era Bush: si poteva dire: i cantautori “impegnati” ci scrissero canzoni, i registi “impegnati” ci fecero film. Ora tacciono, ora si schierano con le repressioni.

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La verità non può essere nascosta. Draghi può anche pronunciare frasi che ricordano il “noi tireremo diritto” di mussoliniana memoria, ma queste violenze, che oramai sono trapelate, pesano come un macigno sulla credibilità del presunto salvatore della patria. I giornali possono cercare di nascondere, ma questo è. Oramai nessuno abbocca più. E i partiti ex sovranisti si facciano due domande: in piazza a Roma c’erano quelli che non li hanno votati.

Fonte: Visione Tv.it

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