La sabbia che arriva dal Sahara è radioattiva (e c’entrano i test nucleari): che rischi corriamo?
Un team di scienziati ha raccolto 110 campioni di depositi sahariani in vari Paesi europei dopo l’eccezionale tempesta di sabbia del marzo 2022. I ricercatori hanno rilevato isotopi radioattivi riconducibili ai test nucleari americani e sovietici degli anni ’60, spiegando quali sono gli effetti sulla nostra salute
Cieli tinti di arancione, automobili coperte da un sottile strato di polvere, timori per la salute e dibattiti sulla contaminazione nucleare: l’evento di trasporto di sabbia sahariana che ha interessato l’Europa occidentale nel marzo 2022 non è passato inosservato. A distanza di tempo, un team di ricercatori del Laboratoire des Sciences du Climat et de l’Environnement, guidato da Yangjunjie Xu-Yang, ha pubblicato uno studio su Science Advances che getta luce su un aspetto tanto affascinante quanto controverso: la presenza di isotopi radioattivi nelle particelle del deserto del Sahara.
L’origine dei depositi
Durante la primavera del 2022, forti venti hanno sollevato enormi quantità di sabbia dal Sahara, in particolare dall’Algeria meridionale. Nell’arco di pochi giorni, le polveri hanno attraversato il Mediterraneo, raggiungendo Paesi come Spagna, Francia, Germania, Belgio, Lussemburgo e
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