La più grande biblioteca africana venne data alle fiamme dai colonizzatori europei (per mettere a tacere la loro conoscenza)

La città di Timbuctù, situata nell’attuale Mali, è stata per secoli un simbolo della sapienza africana e uno dei più importanti centri culturali e accademici del mondo islamico medievale. Durante l’apice dell’Impero del Mali e successivamente di quello Songhai, la città prosperò non solo come snodo commerciale ma anche come faro di conoscenza. Al centro...

Prima dai colonizzatori europei, poi da militanti islamisti: migliaia di manoscritti della più grande biblioteca africana vennero bruciati per mettere a tacere una conoscenza antichissima

@Elias Altmimi/Wikipedia

La città di Timbuctù, situata nell’attuale Mali, è stata per secoli un simbolo della sapienza africana e uno dei più importanti centri culturali e accademici del mondo islamico medievale. Durante l’apice dell’Impero del Mali e successivamente di quello Songhai, la città prosperò non solo come snodo commerciale ma anche come faro di conoscenza.

Al centro di questa fioritura culturale vi era l’Università di Sankore, attorno alla quale gravitavano numerose madrase, scuole in cui si studiavano discipline come astronomia, matematica, diritto, medicina, filosofia e teologia. Nel corso dei secoli, questi istituti produssero e conservarono una vastissima collezione di manoscritti, si stima oltre 700.000, molti dei quali risalenti al XIII secolo.

I testi erano scritti in arabo e in ajami (lingue africane trascritte con caratteri arabi) e trattavano un’incredibile varietà di argomenti, documentando la ricchezza del pensiero scientifico e filosofico africano, ben prima di simili sviluppi in Europa.

Vandalismi che si


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