La pesca con i droni è una realtà (ma è già diventata pure un problema)
L’uso di droni per la pesca è in crescita, ma in paesi come il Sudafrica potrebbe rappresentare una minaccia per specie a rischio, come gli squali
La pesca con i droni, una pratica che sta guadagnando popolarità in paesi come il Sudafrica, la Nuova Zelanda e l’Australia, solleva preoccupazioni per i rischi che potrebbe comportare per la fauna marina, inclusi gli squali. Alexander Claus Winkler, dell’Università di Rhodes, ha documentato come la regolamentazione di questa pratica sia pressoché assente, con una sola eccezione significativa.
La pesca con i droni permette ai pescatori di raggiungere aree difficilmente accessibili con i metodi tradizionali, trasportando esche oltre la portata di un normale lancio dalla riva. I droni vengono usati per far volare lenze già innescate verso acque più profonde o oltre le onde, dove è più probabile catturare pesci. Alcuni droni sono dotati di telecamere, utili per individuare banchi di pesci o località ottimali per la pesca, migliorando notevolmente le probabilità di successo.
L’origine di questa tecnica risale alla metà degli anni 2010, quando i droni divennero più accessibili. L’interesse
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