Il risveglio dell’arte indigena First Nation alla Biennale Arte di Venezia 2024 (e perché dobbiamo parlarne)

Alla Biennale Arte di Venezia 2024, l’arte indigena è finalmente sotto i riflettori, consacrando un processo di riconoscimento e valorizzazione già avviato in Occidente. Questo risveglio dell’arte First Nation rappresenta non solo una rivendicazione culturale e identitaria, ma anche un ponte tra le culture indigene e lo sguardo occidentale. View this post on Instagram A...

Finalmente l’arte indigena trova il suo spazio, grazie ad un rinnovato interesse: è il risveglio dell’arte First Nation, risultato di un lungo processo di negoziazione e re-immaginazione

@Jeffrey Gibson

Alla Biennale Arte di Venezia 2024, l’arte indigena è finalmente sotto i riflettori, consacrando un processo di riconoscimento e valorizzazione già avviato in Occidente. Questo risveglio dell’arte First Nation rappresenta non solo una rivendicazione culturale e identitaria, ma anche un ponte tra le culture indigene e lo sguardo occidentale.

Un esempio emblematico di questa rinascita è stato l’evento “Songlines” organizzato dall’Università e dal Museo Nazionale dell’Australia a Canberra. La mostra, in collaborazione con i popoli dei territori di Martu, Anangu, Pitjantjatjara, Yankunytjatjara e Ngaanyatjarra, ha cercato di ricostruire le vie ancestrali percorse dagli Antenati per sfuggire a una figura lasciva, simbolo della colonizzazione.

Questo evento ha permesso agli anziani aborigeni di raccontare la loro storia epica, recuperando e ricomponendo frammenti di narrazioni perse, e ha offerto ai non aborigeni una profonda comprensione del legame tra persone, cultura e paesaggio.

Un’arte non più relegata ai margini

Il rinnovato


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