Il divieto di smart working imposto da Trump è un boomerang per l’ambiente?
Il neopresidente degli USA ha imposto il ritorno in ufficio a oltre un milione di dipendenti federali. Una decisione che, oltre a cambiare la vita di molte famiglie, potrebbe avere un impatto ambientale significativo, annullando i benefici ecologici del lavoro da remoto
Donald Trump ha fatto del ritorno alla “normalità” un pilastro del suo nuovo mandato. Tra le prime decisioni, ha firmato un ordine esecutivo che impone ai dipendenti federali di tornare in ufficio, cancellando la possibilità di lavorare da remoto. Ma quali saranno le conseguenze di questa scelta per l’ambiente?
Un milione di lavoratori in marcia
Il governo degli Stati Uniti è il più grande datore di lavoro del Paese, con 2,3 milioni di dipendenti. Circa 1,1 milioni avevano diritto allo smart working, di cui 228.000 lavoravano interamente da remoto, secondo Reuters. Ora tutti dovranno rientrare in ufficio.
Il cambiamento non è solo organizzativo, ma anche logistico: centinaia di migliaia di persone torneranno a spostarsi quotidianamente, con un incremento significativo del traffico e delle emissioni di carbonio. Secondo alcuni dati proposti dalla Cornell University, il
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