I quasi 500 cervi dell’Abruzzo sono salvi, ma solo per ora: rimandata la mattanza

La strage di cervi autorizzata nei territori dell’Abruzzo deve attendere e così i cacciatori che hanno già imbracciato le armi e pagato il corrispettivo per ucciderne quasi 500 esemplari. Il fuoco non verrà aperto prima di novembre.  A comunicarlo è l’associazione LAV, che riferisce gli aggiornamenti della Giunta della Regione Abruzzo. La mattanza di selvatici,...

Le sorti di quasi 500 cervi in Abruzzo sono appese a un filo, ma gli abbattimenti non hanno avuto inizio oggi. La caccia slitta a novembre per mancanza di avvisi territoriali. Gli animalisti tirano un respiro di sollievo, pur non deponendo le loro “armi”

@A. Morabito/LAV

La strage di cervi autorizzata nei territori dell’Abruzzo deve attendere e così i cacciatori che hanno già imbracciato le armi e pagato il corrispettivo per ucciderne quasi 500 esemplari. Il fuoco non verrà aperto prima di novembre. 

A comunicarlo è l’associazione LAV, che riferisce gli aggiornamenti della Giunta della Regione Abruzzo. La mattanza di selvatici, concessa da una delibera dello scorso agosto per il controllo venatorio della specie cervo, è stata rimandata.

Il motivo non ha però a che fare con la tutela degli animali selvatici. Per quanto specie cacciabili, i cervi non potranno essere ancora abbattuti perché “non sono stati emanati gli avvisi da parte degli ambiti territoriali”.

Una “dimenticanza”, come è stata definita dalla LAV, che ha permesso agli animalisti di guadagnare tempo e rispondere a questo ennesimo


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