I ponti viventi dell’India per attraversare i fiumi in piena: quando la natura diventa architettura
Le comunità indigene del Meghalaya, in India, creano ponti viventi con radici di alberi di fico, una pratica che da secoli garantisce la connettività tra i villaggi, dimostrando una straordinaria integrazione tra uomo e natura
Gli ingegnosi ponti viventi dell’India, costruiti con le radici di alberi di fico da comunità indigene come i Khasi e i Jaintia, rappresentano un esempio affascinante di architettura naturale. Nel nord-est dell’India, nello stato di Meghalaya, caratterizzato da piogge monsoniche torrenziali, questi ponti sono stati sviluppati per attraversare fiumi in piena e mantenere la connettività tra i villaggi durante i periodi più difficili.
Il processo di costruzione di un ponte vivente inizia con la piantumazione di un giovane albero di Ficus elastica lungo la riva di un fiume. Con il tempo, le radici aeree vengono allenate a crescere lungo supporti in bambù fino a raggiungere l’altra sponda del fiume, dove vengono impiantate nel terreno.
Questo metodo richiede decenni poiché le radici devono ispessirsi e intrecciarsi fino a formare una struttura stabile, capace di sopportare il peso di decine di persone contemporaneamente.
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