Hisense, Wanda, Mengniu: perché non abbiamo mai sentito nominare gli sponsor dei Mondiali?
Questa sera in Qatar, durante la finale dei Mondiali di calcio, attorno al campo dello stadio Lusail e sui nostri teleschermi compariranno diverse pubblicità di marchi che in molti non avranno mai sentito nominare: Hisense, Byju’s, Mengniu, Qatarenergy. Forse persino Crypto.com, per i meno online. Società poco conosciute qui in occidente, ma indicative dei cambiamenti profondi che negli ultimi decenni hanno attraversato l’economia mondiale. Gran parte degli sponsor e dei partner di questa edizione della coppa del mondo, infatti, non provengono né dall’Europa né dagli Stati Uniti. La maggior parte di questi invece viene dall’Asia.
Nonostante la vittoria dell’Arabia Saudita sull’Argentina o l’eccellente torneo disputato dal Giappone (che ha battuto sia Germania che Spagna), nessuna delle squadre del continente è riuscita a uguagliare la prestazione del Marocco e avanzare oltre gli ottavi di finale. A dire la verità, nessuno ha neanche mai creduto che una delle nazionali asiatiche presenti a questo mondiale potesse davvero avere delle chances. In oriente il calcio non è ancora uno sport tanto diffuso come in Europa e Sud America. Come mai quindi 9 società multinazionali sulle
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