GM: cosa insegna il tracollo Cruise sulla guida autonoma?
La guida autonoma di General Motors sembrava destinata a rivoluzionare i modelli Cadillac e Ford e il servizio di trasporto pubblico con i taxi Robot. Ma l’ambizione di GM si è rivelata una grossa e costosa promessa di portare la guida a mani libere su qualsiasi strada, anche al di fuori delle autostrade con carreggiate separate. Ecco perché il caso General Motors può insegnare molto anche alle altre Case automobilistiche che puntano alla guida hands-free.
LA PARABOLA GENERAL MOTORS CON LA GUIDA AUTONOMA CRUISE
Il viaggio di General Motors inizia con l’acquisizione di Cruise, una promettente startup americana che ha poi dato il nome al sistema di guida assistita e alla stessa controllata di GM. L’obiettivo del Costruttore era portare sulle strade una tecnologia collaudata con i TaxiRobot e con i RobotVAN per i servizi di taxi senza conducente. Ma anche debuttare sul mercato con un sistema di guida autonoma L4 per sfidare Tesla. Se non fosse per i problemi emersi di recente, sembrava sulla strada giusta. Proviamo a ripercorrere le tappe principali, che Colin Barnden analista senior di Semicast
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