Fast fashion: l’Ue si appresta a tassare Shein, Temu e le altre aziende che inquinano di più (e usano marketing aggressivo)
L’Unione Europea si prepara a stabilire nuove misure per tassare le aziende della fast fashion responsabili di un devastante impatto ambientale, favorito anche da pratiche di marketing aggressive
Nei giorni scorsi, il vertice del Consiglio dell’Unione Europea ha deciso una strategia per affrontare il devastante impatto ambientale della fast fashion. Con il supporto di diverse nazioni europee, l’UE si prepara a introdurre nuove misure punitive mirate alle aziende che sfruttano strategie di marketing aggressive per promuovere un consumo eccessivo di vestiti a basso costo.
Le proposte discusse al vertice includono l’implementazione di tasse sulle imprese che adottano modelli di business basati su produzioni massicce e veloci, spesso a scapito dell’ambiente. Questa politica, parte di una revisione più ampia delle norme UE sulla gestione dei rifiuti, mira a porre fine al ciclo dell’”usa e getta” che caratterizza la cosiddetta fast fashion.
Secondo le nuove direttive, le aziende saranno chiamate a pagare contributi proporzionali ai costi di smaltimento dei rifiuti tessili generati dai loro prodotti. Questo sistema, noto come Extended Producer Responsibility (EPR), non solo punta a incentivare la
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