Fast fashion: l’Antitrust indaga su Shein per greenwashing (finalmente)
L’Antitrust ha avviato un’istruttoria su Shein per pubblicità ingannevole riguardo alla sostenibilità dei suoi prodotti, in altre parole: greenwashing
L‘Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha deciso (finalmente, diciamo noi!) di avviare un’istruttoria nei confronti di Shein, uno dei più noti marchi di fast fashion.
La piattaforma cinese era già finita al centro di una montagna di polemiche poco tempo fa, quando la rivista tedesca Oko-Test aveva denunciato la presenza di sostanze chimiche tossiche in alcuni prodotti in vendita sull’e-commerce. Leggi anche: Occhio ai vestiti Shein: sono pieni zeppi di sostanze tossiche (anche quelli per bambini)
Ora sembra anche altri nodi stiano venendo al pettine. L’indagine dell’Antitrust è scatta per possibile pubblicità ingannevole relativa alle affermazioni di sostenibilità ambientale presenti sul sito italiano di Shein. Nel comunicato dell’Antitrust si legge:
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti di Infinite Styles Services CO. Limited con sede a Dublino, che gestisce il sito web italiano di Shein, per la possibile ingannevolezza di alcune affermazioni ambientali contenute nelle sezioni “#SHEINTHEKNOW”, “evoluSHEIN” e “Responsabilità
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