Ecco perché la minaccia russa di fine anno sul gas non fa molta paura
Mosca annuncia di poter fare a meno del mercato europeo del gas, dicendosi pronta a dirottare quel gas verso altri mercati, ma poi ammette che il cliente europeo resta “rilevante”. La contraddizione emerge dalle parole del ministro all’Energia e vicepremier russo, Aleksandr Novak, e mostra plasticamente tutte le difficoltà che, solo apparentemente, si tentano di celare. Sullo sfondo l’attivismo di Eni ed Exxon e le continue scoperte di gas nel Mediterraneo orientale, che riaprono il dibattito sul gasdotto Eastmed.
Qui Russia
“Il tetto ai prezzi del gas nell’Ue potrebbe spingere i fornitori verso altri mercati senza restrizioni”, ha spiegato Novak, per questa ragione le compagnie petrolifere russe, di fronte alle sanzioni, stanno dirottando le spedizioni di greggio e prodotti petroliferi verso la regione dell’Asia-Pacifico, l’Africa e l’America Latina. Nelle stesse ore il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato un nuovo importante giacimento di gas siberiano per contribuire a guidare un previsto aumento delle forniture alla Cina: si chiama Kovykta e confluirà nel gasdotto Power of Siberia con riserve pari a1,8 trilioni di metri cubi (il più grande della Russia
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