E’ colpa nostra.

La terra è a rischio. Ma forse lo siamo molto più noi.

Che sia colpa nostra è inequivocabile. Il cambiamento climatico è dovuto all’attività umana con buona pace dei cretini, che spesso siamo costretti ad ascoltare in TV mentre disseminano sciocchezze. La crisi climatica ormai è ben avviata.
E’ stato messo nero su bianco dall’IPCC nel 2023, in quel riassunto per la politica mondiale, quel “Summary for policymakers” che figuriamoci se i nostri “polisìmeichers” hanno letto e, tantomeno, capito!

Le emissioni globali di gas serra (GHG) hanno stabilito un nuovo record nel 2023, con un aumento stimato dell’1,1%. E’ il terzo aumento annuale consecutivo, dalla recessione avvenuta col COVID-19, e gli spunti più preoccupanti sono:
– un record di 1,45°C ± 0,12°C di riscaldamento globale di origine antropica raggiunto nel 2023 [vedi nota 1 in fondo];
– quasi un terzo della popolazione mondiale esposta a ondate di calore mortali [2];
– l’ aumento di 9 volte dei grandi incendi nordamericani [3];
– la mega-siccità su scala regionale da record [4];
– la calotta glaciale antartica ha perso quasi il 75% in più di ghiaccio tra il 2011 e il 2020 rispetto al periodo 2001 e 2010 [5];
– si prevede che le estinzioni di animali e piante aumenteranno 2- a 5 volte nei prossimi decenni [6];
– l’intensificarsi della perdita di diversità genetica [7];
– un ecosistema globale indebolito [8] e spinto al suo punto di rottura [9].

Lo sviluppo umano ha inaugurato un’era di crisi convergenti.
Dentro questo bacino di criticità troviamo cambiamento climatico, distruzione ecologica, malattie, inquinamento e disuguaglianza socioeconomica.
Uno studio recente sintetizza l’ampiezza di queste emergenze intrecciate e sottolinea l’urgente necessità di un’azione globale.

Spinti dal capitalismo e da una popolazione in aumento, stiamo accelerando oltre i limiti strutturali della Terra. Stiamo distruggendo ecosistemi critici e innescando cambiamenti irreversibili nei sistemi biofisici che sostengono la stabilità climatica dell’Olocene, l’era che ha favorito la civiltà umana.

Le conseguenze di queste azioni ricadono in modo sproporzionato sulle popolazioni vulnerabili, rafforzando ulteriormente le disuguaglianze globali, generando ulteriori criticità in un loop distruttivo dove terra e mare si trovano ad affrontare punti di svolta critici, mentre le crescenti sfide all’accesso al cibo e all’acqua prefigurano una prospettiva desolante per la sicurezza globale.

In questo contesto di Terra a rischio, lo studio chiede una risposta globale incentrata sulla decarbonizzazione urgente, sulla promozione della reciprocità con la natura e sull’implementazione di pratiche rigenerative nella gestione delle risorse naturali. Si chiede l’eliminazione dei sussidi dannosi (quelli che fanno finta di dare per nobili scopi), la promozione di uno sviluppo umano equo e un sostegno finanziario trasformativo per le nazioni a basso reddito.

È necessario un cambiamento sistemico che sostituisca il capitalismo orientato alla ricchezza con un modello economico che dia priorità alla sostenibilità, alla resilienza e alla giustizia.
Bisogno sostenere un cambiamento culturale globale che elevi la vicinanza con la natura e il benessere comune, sostenuto dal riconoscimento delle risorse limitate della Terra e dall’interconnessione dei suoi abitanti. Non si può continuare a far circolare merci e precludere la circolazione degli uomini in funzione del denaro. Mi spiace per i retequattristi ma se hanno dei figli questo è un imperativo chiaro altrimenti la sesta estinzione di massa (già iniziata) sarà solo più accellerata.

Per allontanarsi da questo precipizio, dobbiamo sfruttare collettivamente la volontà politica, le risorse economiche e i valori sociali per dirigerci verso un futuro in cui il progresso umano non avvenga a scapito dell’integrità ecologica e dell’equità sociale.

Queste attività, ahimè per i conservatori, è l’unica soluzione disponibile ma trova un fortissimo ostacolo nel sistema capitalistico che sta facendo di tutto per ostacolare la consapevolezza.
I rapporti recenti sulla disinformazione ( https://www.idmo.it/category/report-mensili/ ) raccontano un incremento nello scenario mondiale che va dalla guerra al clima.

Oltre che alle informazioni infondate su veicoli elettrici e sulle basse temperature, dietro l’aumento della disinformazione sul cambiamento climatico c’è il riaffiorare delle storie false sulla farina di insetti, iniziate nel 2023. A un anno di distanza, le teorie cospirazioniste su questi alimenti sono ricomparse, suggerendo ancora la volontà segreta di istituzioni europee o di presunti gruppi di interesse, di somministrarli forzosamente o di nascosto alle persone, a scapito dei cibi tradizionali.

Connesse a clima e Ue sono state anche diverse storie false riguardanti le proteste degli agricoltori, che a gennaio hanno iniziato a intensificarsi. Contenuti vecchi e non pertinenti sono stati utilizzati per esagerare la portata delle manifestazioni, ma anche per diffondere messaggi complottisti o filorussi. Anche altre storie di attualità sono state interessate dalla circolazione di informazioni infondate.

Ad esempio, finti tweet di Giorgia Meloni sulle commemorazioni neofasciste ad Acca Larentia, interviste inventate in cui il calciatore Gigi Riva attacca proprio la presidente del Consiglio o, ancora, foto e video della presunta vittima di Ilaria Salis, l’insegnante italiana accusata di aggressione in Ungheria, sono un esempio di quanto questa disinformazione circoli, veicolata su canali che sfruttano anche l’intelligenza artificiale (in aumento continuo).

C’è solo da ricordare un ultimo aspetto. Credere alla verità manipolata e non più alla scienza può far affondare il pianeta.
E se siete arrivati fin qui sappiatelo: la terra è l’unica nave in un oceano di spazio inifinito.

Fonte: https://academic.oup.com/pnasnexus/article/3/4/pgae106/7638480?login=false

riferimenti:

[1] World Meteorological Organization. https://wmo.int/media/news/wmo-confirms-2023-smashes-global-temperature-record ;
[2] Mora C, et al. 2017. Global risk of deadly heat. Nat Clim Change. 7:501–506
[3] Abatzoglou JT, Williams AP. 2016. Impact of anthropogenic climate change on wildfire across western US forests. Proc Natl Acad Sci U S A. 113:11770–11775;
[4] Williams AP, Cook BI, Smerdon JE. 2022. Rapid intensification of the emerging Southwestern North American megadrought in 2020–2021. Nat Clim Change. 12:232–234;
[5] World Meteorological Organization. The global climate 2011–2020: a decade of acceleration. WMO [accessed 2023 Dec 5]. https://wmo.int/resources/publications/global-climate-2011-2020-decade-of-acceleration
[6] Wiens JJ. 2016. Climate-related local extinctions are already widespread among plant and animal species. PLoS Biol. 14:e2001104;
[7] Exposito-Alonso M, et al. 2022. Genetic diversity loss in the Anthropocene. Science. 377:1431–1435);
[8] Díaz S, et al. 2019. Pervasive human-driven decline of life on earth points to the need for transformative change. Science. 366:eaax3100;
[9] Ripple WJ, et al. 2017. World scientists’ warning to humanity: a second notice. BioScience. 67:1026–1028.

Nella foto: Un residente cattura pesci in una cascata, un tempo spettacolare, sul fiume Cileungsi, in Indonesia. La schiuma sull’acqua è in gran parte un prodotto del deflusso dei rifiuti dalle industrie vicine.
Photo credit: Arie Basuki per World Press Photos 2024

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