Covid 19: curarlo a casa in sicurezza. Le linee guida del ministero della Salute

Sì paracetamolo, corticosteroidi solo in casi specifici, no agli antibiotici. Indispensabile il saturimetro.
SE c’è una cosa che abbiamo capito dopo un anno di emergenza Covid-19 è che bisogna fare di tutto per evitare di mettere in ginocchio la rete ospedaliera. E’ a questo scopo che servono i lockdown, totali o parziali. Ed è a questo scopo che serve anche una buona strategia per la gestione dei pazienti nel loro domicilio, ovviamente laddove le condizioni lo consentano. Nel corso di tutti questi mesi sono stati messi a punto vari protocolli e alla fine dello scorso anno il ministero della Salute ha diffuso le linee guida necessarie per monitorare e trattare al meglio i pazienti a casa. Le direttive sono piuttosto varie: si va dall’utilizzo del saturimetro per monitorare l’ossigenazione del sangue all’utilizzo del paracetamolo contro la febbre fino al veto di alcuni farmaci ritenuti erroneamente promettenti a inizio pandemia.
Una buona gestione del paziente a casa non può prescindere da un attento monitoraggio dell’evoluzione del quadro clinico. Contro i sintomi leggeri, come febbre bassa e malessere generale, il ministero suggerisce il paracetamolo. In alternativa, ma sempre su suggerimento del medico, possono essere utilizzati altri farmaci anti-infiammatori non steroidei, come l’aspirina o l’ibuprofene. Esistono altre terapie domiciliari, ma è fondamentale che sia lo specialista a valutarle.
Si tratta dei corticosteroidi e delle eparine a basso peso molecolare, che vanno utilizzati solo in specifiche fasi della malattia.  I corticosteroidi hanno il compito di attenuare la risposta del sistema immunitario responsabile delle forme iper-infiammatorie e più gravi della malattia. Le eparine a basso peso molecolare, invece, sono farmaci anticoagulanti che servono a ridurre il rischio di trombosi. Un rischio, quest’ultimo, che può aumentare sia per la malattia che per il prolungato allettamento. Gli antibiotici non servono contro le infezioni virali, quindi neanche contro Sars-CoV-2. Tuttavia, possono essere presi in considerazione dal medico in caso di sospetta presenza di un’aggiuntiva infezione batterica, possibile ad esempio nei casi in cui i sintomi persistono per più di 48-72 ore.
Vietati, invece, l’idrossiclorochina e la clorochina, farmaci anti-malarici utilizzati in varie sperimentazioni cliniche e che si sono alla fine rilevati inefficaci contro Covid-19. “Alla luce delle attuali evidenze di letteratura, l’Aifa conferma la sospensione dell’autorizzazione all’utilizzo off-label del farmaco al di fuori degli studi clinici”, si legge sul sito dell’Agenzia italiana del farmaco. Gli studi sui due farmaci hanno evidenziato che, oltre a non migliorare i sintomi della malattia e a non ridurre il periodo di degenza, in alcuni casi possono anche essere responsabili di effetti collaterali, come aritmie cardiache.
Sintomatologia breve
Anche se la sintomatologia dell’infezione sembra lieve, il ministero della Salute raccomanda il monitoraggio dell’ossigenazione del sangue. Il saturimetro non deve infatti mancare, in modo da evitare ipossiemie non altrimenti rilevabili, ovvero condizioni caratterizzate da una bassa ossigenazione del sangue, nonostante la respirazione rimanga apparentemente normale.
Nei pazienti Covid-19 positivi domiciliati bisogna considerare come valore soglia il 92%. Le linee guida raccomandano di misurare la saturazione non soltanto a riposo ma anche sotto sforzo, eseguendo il “test del cammino” o “il test della sedia”, ampiamente documentati in letteratura, che impongono di effettuare la rilevazione a seguito di sforzi, eseguiti, ad esempio, nel primo caso, facendo camminare il paziente per casa in un percorso senza interruzioni per 6 minuti. Se la percentuale scende sotto il 92%, o di almeno 3 punti percentuali rispetto al basale a riposo, è bene informare il proprio medico di famiglia e valutare insieme come procedere.
Infine, grande attenzione deve essere posta a garantire un’appropriata idratazione e nutrizione, e si raccomanda di non interrompere le normali terapie per malattie croniche per evitare che le condizioni preesistenti rischino di aggravarsi.
Fonte: La Repubblica.it

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