Come affrontavano i “mali della mente” gli antichi greci e romani? Alcune “terapie” sono valide ancora oggi
Nonostante i limiti del tempo, gli antichi romani e greci avevano intuito l’importanza del benessere mentale e sviluppato soluzioni che, in parte, restano ancora valide oggi
Ai nostri giorni siamo abituati a parlare di salute mentale ogni giorno: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa un miliardo di persone affronta problemi di salute mentale e più di 280 milioni soffrono di depressione. Ma ci siamo mai chiesti come si gestivano questi disturbi nell’antichità? Senza psicoterapeuti o farmaci, come gestivano i problemi della mente? Magari con qualche cura che oggi ci farebbe sorridere, ma di certo con alcune intuizioni che, stranamente, restano attuali.
Anche gli antichi sapevano che la mente può mandarci al tappeto. Prendiamo Omero, l’iconico poeta vissuto nell’VIII secolo a.C., che secondo alcuni si sarebbe lasciato consumare dalla depressione. Già nel V secolo a.C., i medici greci avevano intuito che il corpo non poteva stare bene se la mente era alla deriva. E non parliamo mica di due spiccioli di saggezza popolare: c’è un testo, Le Epidemie, scritto da un medico anonimo attorno al 400
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