Come affrontare la stagione delle riforme. La guida di Clementi

Le elezioni da sempre producono, in realtà, più effetti del mero risultato che il conteggio dei voti naturalmente produce. Anzi, la cosa più importante – anche se spesso la meno evidente, perché si è accecati per giorni e giorni a commentare i numeri – è guardare oltre, a partire da quell’esito prima che dentro quel […]

Le elezioni da sempre producono, in realtà, più effetti del mero risultato che il conteggio dei voti naturalmente produce. Anzi, la cosa più importante – anche se spesso la meno evidente, perché si è accecati per giorni e giorni a commentare i numeri – è guardare oltre, a partire da quell’esito prima che dentro quel risultato numerico. E trarre appunto da quell’esito, come dentro un uovo di pasqua, la sorpresa che al fondo esso contiene. Perché lì c’è la prospettiva potenziale di un’intera legislatura. E che, non di rado, a prima vista non si vede.

In questo senso, questa legislatura ci offre già alcuni elementi – almeno a guardarli con l’occhio del costituzionalista – sui quali riflettere. Ne elenco tre, ma potrebbero essere molti di più. In primo luogo, il testo costituzionale ha raggiunto ormai livelli di stress sistemico nello iato tra testo e contesto, al punto tale che il solo pensare di lasciare inalterate alcune parti importanti della Costituzione – come il Titolo V, vieppiù dopo l’esperienza pandemica – non soltanto è miopia, ma è proprio una scelta fuori da ogni logica, in quanto si rischia di far deperire sempre di più una Carta che, invece, in moltissime parti ancora conserva forza prospettica e lungimiranza politica.

Basta saper distinguere. E questo pone un tema di merito riguardo alle riforme da proporre al Paese attraverso il nuovo Parlamento: un merito che però è anche innanzitutto un metodo, che non si può lasciare alla semplice propaganda, figlia delle “parole d’ordine” della campagna elettorale; ma che impone, invece, di affrontare fin da subito, come direbbero i latini, il quomodo delle riforme… altrimenti ogni ragionamento sull’an – pur opportuno, condiviso e auto-evidente, come detto, a partire dall’introduzione dell’elezione diretta del capo dello Stato


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