Colonialismo su Marte: il futuro tra ipotesi e incertezza politica

Con l’arrivo del Zhurong cinese su Marte, si aprono all’orizzonte scenari facilmente auspicabili come rosei per ciò che concerne lo sviluppo tecnologico, ma meno per quanto riguarda quello politico internazionale.

E’ difficile prevedere quali saranno gli sviluppi a livello di “spartizione spaziale“, e tuttavia è un problema molto più vicino a noi di quanto non appaia: si pensi solo che esistono già degli accordi (o quasi) internazionali, nati soprattutto per quanto riguarda un’eventuale posizionamento di basi lunari, chiamati Artemis Accords e diretti dalla diplomazia degli Stati Uniti.

Con l’ammartaggio del rover cinese, considerando quello più vecchiotto della Russia e quello molto più sviluppato della Nasa con Perseverance, si cominciano perfino a delineare le superpotenze politiche che dovranno sedersi al tavolo per arrivare a conclusioni preferibilmente pacifiche. Gli imperi extra-terrestri saranno evidentemente 3: quello cinese, quello russo e soprattutto quello statunitense, il quale andrà a comprendere tra le sue forze l’ormai “assoggettata” Europa, la quale difficilmente si organizzerà autonomamente per un distacco dalla Nasa, radicata profondamente nel territorio del Vecchio Continente.

Non si possono in alcun modo escludere problemi di intesa, e, anche se non ce lo auguriamo, scontri “decisi” tra le parti in causa. D’altronde, se molte delle ipotesi teoriche per la creazioni di basi extra-terrestri dovessero andare in porto, queste potrebbero essere la via per nuove fonti di inestimabile ricchezza, le quali oggi ancora non possiamo cogliere.

Va tenuto in considerazione peraltro un aspetto che, nel vecchio colonialismo terrestre, non sarebbe potuto esistere: l’impero economico di Elon Musk e la sua voglia di intervenire in prima persona per la colonizzazione di Marte, in un sistema di potere come il contemporaneo per il quale il vero dominio è decretato dal potere economico più che da quello politico,  fanno emergere la possibilità che il banco dei contendenti per le nuovi basi lunari e marziane possano essere anche più di 3, e non includere i soli poteri politici degli Stati-Nazione e/o continentali. Per ora parliamo del solo Musk, ma non è da escludere che, in ottica di nuovi possedimenti coloniali extra-terrestri, non si presentino alla scena pubblica nuovi miliardari interessati a partecipare al bando spaziale.

Il futuro è incerto e un eventuale colonialismo spaziale, dai caratteri completamente nuovi, potrebbe anche scuotere gli equilibri internazionali con effettive ripercussioni perfino su quella che è la stabilità geopolitica sulla Terra.

La storia è ancora tutta da scrivere.

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