Chernobyl, non solo cani: anche gli uccelli si sono geneticamente modificati
Una nuova ricerca ha rivelato variazioni nelle diete e nei microbiomi intestinali degli uccelli canterini che si trovano nella zona di esclusione di Chernobyl, in Ucraina. È quanto emerge dal primo studio che ha esplorato il comportamento riproduttivo e le prime fasi di vita degli uccelli in questi ambienti radiologicamente contaminati
La zona radioattiva di Chernobyl, nota anche – non a caso – come “zona di esclusione” o “alienazione”, è un’area di circa 2.600 km quadrati di terreno radiologicamente contaminato che circonda la centrale nucleare. I livelli di contaminazione sono disomogenei in tutta la zona, ma qui, proprio da queste parti, non è mutato solo il terreno: questo è diventato l’habitat di un discreto numero di specie animali tutti geneticamente modificati.
Contrariamente a quanto si pensò ai tempi del disastroso incidente, infatti, ossia che i tempi di dissolvimento delle radiazioni e gli effetti sull’ambiente sarebbero durati secoli rendendo impossibile ogni forma di vita, quella grande area compresa tra Ucraina e Bielorussia è diventata piuttosto il rifugio di cani, gatti, volpi, orsi bruni, bisonti, lupi, linci, cavalli, pesci
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