
Che legame c’è tra il fracking in Texas e la plastica di Unilever e Coca Cola che sta inquinando l’Europa?
Un involucro di gelato o una bottiglia di plastica persa in mare. Quando immaginiamo l’inquinamento da plastica, è l’abbandono di cose come queste che ci viene in mente. Ma una nuova ricerca evidenzia anche problemi a monte, tracciando la produzione di plastica fino ai giacimenti petroliferi da cui essa stessa ha origine. Per la prima...
Più di 25 marchi di consumo quotidiano e prodotti petrolchimici sono stati ricondotti al fracking nel bacino Permiano, una delle “bombe di carbonio” del mondo
Un involucro di gelato o una bottiglia di plastica persa in mare. Quando immaginiamo l’inquinamento da plastica, è l’abbandono di cose come queste che ci viene in mente. Ma una nuova ricerca evidenzia anche problemi a monte, tracciando la produzione di plastica fino ai giacimenti petroliferi da cui essa stessa ha origine.
Per la prima volta, le operazioni di fracking negli Stati Uniti sono state infatti collegate alle esportazioni di etano in Europa attraverso le principali aziende petrolchimiche e verso marchi riconosciuti a livello mondiale. Cosa vuol dire? Che i più grandi marchi del mondo stanno guidando l’espansione dei combustibili fossili attraverso la loro domanda di imballaggi in plastica. Motivo per cui la dipendenza dei marchi dal gas da fracking per la produzione di plastica sta accelerando il catastrofico collasso climatico.
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Più specificamente, questi prodotti
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