Benedetto XVI, cos’è la tanatoprassi, la tecnica usata per imbalsamare la sua salma

È un trattamento speciale che permette di preservare, per un paio di settimane, l’aspetto e i tessuti del defunto, ed è necessario quando la salma deve essere esposta

Il corpo di Benedetto XVI, il Papa emerito Joseph Ratzinger, morto il 31 dicembre a 95 anni, prima dell’esposizione in Vaticano, è stato sottoposto alla tanatoprassi, un trattamento speciale che permette di preservare – per un lasso di tempo da 10 a 15 giorni – l’aspetto e i tessuti del defunto.

Si tratta di una specie di «imbalsamazione temporanea», che diventa necessaria quando la salma deve essere esposta pubblicamente: è lo stesso procedimento a cui sono stati sottoposti Pelé e, nel 2005, Papa Giovanni Paolo II. 

Il corpo di Benedetto XVI sarà esposto nella basilica di San Pietro fino a 5 gennaio, il giorno in cui saranno celebrati i funerali: a trattarlo con la tanatoprassi è stato un team di medici guidato dal dottor Andrea Fantozzi, presidente dell’Associazione Italiana di Tanatoprassi (Ait) e l’Istituto Nazionale Italiano di tanatoprassi (Init).

La tecnica viene definita, sul portale dell’Init, «un trattamento “post-mortem”» che «consiste nella cura igienica di conservazione del corpo dopo la morte, ma è soprattutto un trattamento che ha lo scopo di realizzare un processo altamente igienico nel settore funerario e cimiteriale».

Il corpo nelle


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