Bandi truccati all’università, gli ultimi diventavano primi. E la segretaria disse: “Questo finisce in galera”

MILANO – Se un candidato a un concorso ha il doppio di pubblicazioni scientifiche rispetto al proprio protetto, basta organizzare quello che la procura di Milano definisce “un simulacro di competizione”.
A leggere le carte dell’inchiesta sulla Concorsopoli alla Statale di Milano, il professor Massimo Galli lo avrebbe pianificato quattro volte. Quattro bandi, come quello in cui decide di eliminare la candidatura del primario del Niguarda Massimo Puoti, molto più titolato del suo fedele Agostino Riva, associato presso il dipartimento di Scienze biomediche e cliniche all’ospedale Sacco. Con Riva – hanno scoperto i pm Luigi Furno Carlo Scalas – Galli aveva una “lunga contiguità professionale”. Delle 121 pubblicazioni su riviste internazionali di Riva, ben 63 vedono come coautore Galli. E delle 16 allegate al verbale della commissione giudicatrice del concorso, di 9 risultava coautore anche lui. Un “primo elemento di anomalia”, scrive la procura, “se non un conflitto d’interessi che avrebbe dovuto imporre a Galli di astenersi dal ricoprire la qualifica di presidente della commissione valutatrice”.

I punti gonfiati

Puoti ha un indice H-index (criterio per valutare quantità e impatto scientifico dei lavori di un candidato) doppio rispetto a Riva. Un problema che rischia di sbarrare la strada al protetto del professore infettivologo. Dalle indagini dei Nas emergono così numerosi incontri tra Galli (presidente di commissione giudicatrice) e Riva (candidato al concorso) in cui in due – insieme alla segretaria di Galli, anche lei indagata, Bianca Ghisi – cercano il modo per pompare il curriculum di Riva e ridurre quello di Puoti. Nasce così per i pm un “accordo preventivo” tra Galli e Riva. In cui si decide di accordare in anticipo un punteggio maggiore ai lavori nei quali i candidati figurano singolarmente, rispetto a quelli in cui compaiono in un gruppo di studiosi. Il 14 febbraio 2020 Galli convoca Riva, attraverso la segretaria, proprio per definire i punteggi. Uno stratagemma che, alla fine, funziona: Riva ottiene 69,01 punti, Puoti 66,04. Ma l’attivismo di Galli manda nel panico chi si occupa materialmente di preparare le pratiche. Come una segretaria amministrativa che esplicita il timore che il professore in questo modo rischia di finire nei guai. Di andare in galera.

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Gli esclusi ringraziano

Di fronte alla falsa valutazione del suo curriculum, Puoti recepisce il messaggio: quel concorso non è per lui. Secondo quanto ricostruito dalla procura, il docente non protesta, non fa ricorso – potendolo vincere facilmente – al Tar, ma decide di revocare la candidatura. E lo fa parlandone direttamente con Galli. In maniera cordiale, con la promessa da parte dell’infettivologo del Sacco che sarà appoggiato in una futura selezione. E ieri, dopo la notizia dell’indagine, Puoti ha rinnovato la propria solidarietà a Galli: “Io non ho presentato denuncia e non so come sia partita la cosa – ha precisato – . Non voglio fare commenti sulle indagini in corso ma voglio esprimere la mia massima stima a Massimo Galli, come professionista, medico e docente”.

Diecimila euro per un esame

Nell’inchiesta sulla Statale, non manca una storia di corruzione. Ne è protagonista il professore Riccardo Ghidoni, coinvolto in almeno cinque casi di bandi pilotati. All’attenzione dei Nas finisce anche un altro suo intervento, stavolta non per manipolare l’assegnazione di posti, ma per favorire i figli del suo dentista, Roberto Mannarino. In cambio dell'”esecuzione gratuita di lavori odontoiatrici per circa 10 mila euro”, scrivono i pm nel decreto, Ghidoni si spende con i docenti del corso di laurea triennale in Igiene dentale, attivato presso la facoltà di Medicina, per fare in modo che i figli di Mannarino avessero un trattamento di favore negli esami. Gli inquirenti ne individuano uno, quello di Anatomia umana. La prima richiesta di Ghidoni per ripagare gli onerosi lavori dentistici è quella di registrare l’allievo come promosso, nonostante non riuscisse ad avere risultati positivi. Al diniego di un’altra docente, sarebbe riuscito a convincerla a far fare al giovane un esame diverso, con risposte libere (e appunti preconfezionati) anziché a crocette.

“Calibriamo il medaglione”

Per molti concorsi, lo snodo è il “medaglione”, cioè i requisiti e il recinto scientifico indicato nel bando. Più viene calibrato sul candidato prescelto, più questo ha facilità nel superare i concorrenti. Così è stato per il caso del bando per un posto di associato di Biochimica generale. La vincitrice, Roberta Cazzola, anche lei indagata, prevale nonostante sia in “conflitto di interesse per avere più del 50 per cento dei lavori in comune con la componente della commissione giudicatrice, Pierangela Ciuffreda”, ordinario presso il dipartimento di Scienze biomediche e cliniche del Sacco, e indagata per il bando. Ma soprattutto la candidata prevale “malgrado la sostanziale inattività scientifica negli ultimi anni”. Lo stesso accade per un altro posto di associato al Dipartimento di Scienze biomediche e chimiche. Questa volta è la stessa candidata, Marta Bassi, indagata, a calibrare il “medaglione” al proprio profilo. E alla fine viene dichiarata vincitrice.
Fonte: La Repubblica.it

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