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La Città del Leone: il Medioevo a Brescia in una grande mostra

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Una grande mostra al Museo di Santa Giulia inaugura la festa di Brescia e Bergamo Capitale italiana della Cultura 2023. Per l’occasione la Leonessa d’Italia ha scelto di indagare un periodo poco battuto ma fondamentale della sua storia. Dopo le radici romane, i Longobardi e gli splendori del Rinascimento, Brescia punta i riflettori sul Medioevo, un’epoca di affascinanti trasformazioni che daranno forma all’architettura e all’identità profonda della città. A cura di Matteo Ferrari, ricercatore all’École Pratique des Hautes Études di Parigi, La città del Leone. Brescia nell’età dei comuni e delle signorie indaga gli anni che vanno dalla seconda metà del XII secolo, quando compaiono le prime istituzioni civiche, fino al 1426, inizio della dominazione di Venezia. A mettere in scena il racconto da domani, 29 ottobre, fino al prossimo 29 gennaio, sarà una selezione di opere ricca e vivace come la vita della città: sculture, dipinti, manoscritti miniati, ma anche preziosi oggetti di oreficeria, monete e rari documenti d’archivio, inclusi prestigiosi prestiti da musei italiani e internazionali. Come la splendente Madonna dell’Umiltà di Gentile da Fabriano, conservata al Museo Nazionale San Matteo di Pisa, che un tempo ornava la perduta Cappella di San Giorgio al Broletto, la residenza dei signori di Brescia. Per soddisfare il gusto raffinato dei Visconti, il maestro umbro impreziosì l’intero ambiente con sfarzose decorazioni, suscitando l’ammirazione di ospiti e visitatori, ma oggi di questo gioiello restano solo pochi frammenti. Gentile da Fabriano (Fabriano, 1370 c. - Roma, 1427), Madonna dell'Umiltà, 1425 circa. Tempera e oro su tavola. Pisa, Museo Nazionale di San Matteo“Raccontare Brescia medievale in una mostra è un’impresa ardua”, spiega il curatore Matteo Ferrari: “Molto è andato distrutto, molto altro è attestato soltanto attraverso testimonianze d’archivio, molto ancora non può essere esposto per ragioni d’ingombro o di conservazione. Attraverso una selezione di pezzi diversi per natura e formato (diplomi imperiali e registri amministrativi, pitture murali e su tavola, monete e sigilli, sculture e oreficerie), molti dei quali ignoti al grande pubblico, è stato però possibile tessere, per la prima volta, un suggestivo percorso attraverso tre secoli di storia, mettendo l’accento tanto sugli avvenimenti di cui la città è stata protagonista, quanto sugli uomini e le istituzioni che, attraverso la loro attività di governo e di committenza artistica, ne hanno forgiato la fisionomia e l’identità”. Imprese leggendarie danno inizio al racconto al Museo di Santa Giulia: siamo negli anni Settanta del XII secolo e nelle lotte contro Federico Barbarossa si gioca l’autonomia della città. Nell’Ottocento dipinti e disegni celebreranno i fermenti e le vittorie di questa stagione: in mostra la rivivremo come in un romanzo per immagini, dal Giuramento di Pontida di Giuseppe Diotti (Pinacoteca di Brera) a Il carroccio. La battaglia di Legnano di Massimo Tapparelli d’Azeglio (GAM di Milano), fino alla Pace di Costanza di Giuseppe Bossi (Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco). "La città del Leone. Brescia nell’età dei comuni e delle signorie", un'immagine dalla mostra al Museo di Santa Giulia © Archivio Fotografico Musei di BresciaLungo il percorso incontreremo personaggi come Arnaldo da Brescia e Pandolfo Malatesta, artisti come Pisanello, Gentile da Fabriano o il Maestro di Sant’Anastasia, e scopriremo l’origine di simboli e tradizioni cittadine, dallo stemma del leone rampante al culto delle Sante Croci, mentre documenti raramente esposti racconteranno la vita della città nei suoi aspetti più insoliti e curiosi. Ma il Medioevo è anche l’epoca in cui si forgia l’identità architettonica di Brescia, quando la cattedrale e il palazzo comunale vengono innalzati sulla piazza: con l’aiuto di una web app creata per l’occasione da EasyGuide, l’itinerario di visita si espanderà perciò oltre le mura del museo alla scoperta delle testimonianze della città medievale. “Questa mostra straordinaria getta luce nuova su un periodo formidabile per la storia della città e per la formazione dell'identità civica”, afferma il direttore di Fondazione Brescia Musei Stefano Karadjov: “Una mostra multi-oggetto dal raffinato allestimento e con pezzi raramente accessibili, che ci permette anche di creare un ponte con la sezione dell'età comunale del Museo di Santa Giulia, di cui il progetto espositivo è una fortissima appendice temporanea. Un processo di valorizzazione delle nostre Collezioni che, oltre alla grandezza romana, longobarda e rinascimentale, finalmente ritorna a parlare dei secoli medievali in modo avvincente e formativo, alla vigilia dell'anno in cui Brescia sarà Capitale Italiana della Cultura”. Luca Mannelli, Compendium moralis philosophiae, ante 1346. Parigi, Bibliothèque nationale de France © Bibliothèque nationale de FranceLeggi anche: • Antico o contemporaneo? Isgrò cancella (e riscrive) la storia di Brescia• La grande pittura di Bergamo e Brescia va in scena a Palazzo Martinengo• Capitale della Cultura 2023: Bergamo e Brescia svelano la “Città Illuminata”

Il cibo fra origine, mito, storia e cultura

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La storia del cibo è legata alla vita stessa degli uomini. Leggenda, scienza e romanticismo sono i percorsi che si incrociano sempre più spesso quando si parla di cibo e il fuoco è sicuramente l'anima e l'origine di tutto

Faccia a faccia con la morte, a casa di Hugo van der Goes

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Uno dei massimi capolavori dei Primitivi fiamminghi nasce a nuova vita grazie a un intervento di restauro durato cinque anni. Splendente di colori mai visti a memoria d’uomo, La morte della Vergine di Hugo van der Goes torna al pubblico in una grande mostra nell’antico Ospedale di Bruges, oggi sede del Museo Memling. Dal 28 ottobre al 5 febbraio, oltre settanta opere riunite da tutta l’Europa dialogheranno con il gioiello di van der Goes: dipinti di grandi maestri dell’epoca - Hans Memling, Jan Provoost, Albrecht Bouts, Petrus Christus - ma anche sculture, preziosi manoscritti miniati e perfino brani musicali, selezionati per condurre i visitatori in una suggestiva esperienza di Faccia a faccia con la morte, che dà il titolo all’esposizione. Jan Provoost, Dittico con Cristo portacroce e ritratto di frate minore (retro), 1522, Musea Brugge © Musea Brugge - Art in Flanders - Hugo MaertensSei capitoli, ciascuno con un tema diverso, scandiranno il percorso della mostra che si muove in equilibrio tra passato e presente, attualizzando il dipinto van der Goes con il contributo di sei “nuovi maestri”. L’artista Berlinde De Bruyckere, il poeta e autore di bestseller Ilja Leonard Pfeijffer, la scrittrice e medico Sholeh Rezazadeh, il regista e direttore dell’International Theatre di Amsterdam Ivo van Hove, la coreografa e danzatrice Anne Teresa De Keersmaeker sono stati chiamati a esplorare un dipinto che, ancora oggi, ha il potere di commuovere, intrigare e ispirare chiunque lo guardi. "Faccia a faccia con la morte", allestimento al Museo Memling I Courtesy VisitFlandersDopo il restauro, La morte della Vergine si svela in tutta la sua bellezza, rendendo giustizia a un artista, Hugo van der Goes, di cui si sa molto poco, ma che ai suoi tempi è stato tra i più richiesti nelle Fiandre insieme a Jan van Eyck e Hans Memling. Finalmente libero dalla patina del tempo, il dipinto offre allo sguardo i suoi mille dettagli: dai volti degli apostoli, meravigliosamente caratterizzati uno per uno, all’ambientazione architettonica, fino alla vibrante tavolozza. Ma non finisce qui. Hugo van der Goes, Morte della Vergine Maria. Photo Dominique Provost I Courtesy Musei di BrugesI lavori di restauro hanno rappresentato un’occasione per approfondire la conoscenza dello stile, dell’iconografia e dei processi creativi del maestro fiammingo. Le scoperte emerse da queste ricerche sono parte integrante della mostra, dove le ultime acquisizioni sulla Morte della Vergine si nutriranno di un innovativo confronto con importanti opere in prestito da prestigiosi musei internazionali.  Hans Memling (1433 circa - 1494), Dittico di Maarten van Nieuwenhove, 1487, Olio su pannello di quercia, 41.5 x 52 cm (Ciascun pannello), Bruges Sint Jaanshospitaal-MemlingmuseumLeggi anche:• I capolavori di Hans Memling con l'esperto Till-Holger Borchert• Il più antico ospedale d'Europa: il Museo Memling a Bruges• Bruges da scoprire: dai Primitivi fiamminghi ai silenziosi giardini• Quando Bruges era la capitale del commercio internazionale, come oggi New York