Olive in salamoia: come le faceva mia nonna
Mia nonna preparava le olive in salamoia proprio in questo momento dell’anno, in autunno, quando l’aria più fresca e le giornate più corte la spingevano a far provviste per l’inverno.
Ma questa non era certo l’unica ragione. Tenuto conto del fatto che il periodo di raccolta di questi frutti preziosi è compreso proprio tra ottobre e dicembre, approfittava di quelle già mature, le selezionava per bene, controllava che fossero integre, le lavava e si metteva al lavoro.
Sosteneva che prima di procedere con la realizzazione della conserva vera e propria, fosse necessario lasciarle in ammollo per 20 giorni in acqua fredda. Le copriva con peso e quotidianamente cambiava il liquido.
In questo modo, diceva, la macerazione nella salamoia sarebbe stata ancora più efficace per eliminare quel loro retrogusto un po’ acidulo e renderle più dolci.
La mia ricetta personale
Partiamo dall’ingrediente principale.
Come sempre vi esorto a scegliere solo e unicamente materia prima di alta qualità, possibilmente dell’orto, biologica e a chilometro zero per scongiurare la presenza di pesticidi o additivi chimici.
Una volta pronte, le utilizzo per gli aperitivi con gli amici, e sono un po’ il mio vanto perché mi piace offrire solo cose fatte in casa. Oppure le aggiungo sulle focacce, nelle paste fredde, insomma, in famiglia piacciono molto e ne facciamo largo uso!
Personalmente vi sconsiglio di aggiungere spezie nel barattolo, anche se taluni inseriscono qualche foglia di alloro, altri aglio, altri peperoncino, io le lascio al naturale il più possibile per assicurarmi un sapore pieno di oliva. Lasciamole riposare per un mese, un
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