
Ucraina, per l’invio delle armi avanti con un decreto. Crosetto: “Mi aspetto l’impegno dell’opposizione”
Sull’emendamento per l’invio di armi in Ucraina intervengono a fare chiarezza due big del governo: il primo è il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. Il secondo è il titolare del dicastero della Difesa, Guido Crosetto. Entrambi spiegano ragioni e tempistica dell’emendamento al decreto Nato-Servizio sanitario in Calabria sulla proroga dell’invio armi […]
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Sull’emendamento per l’invio di armi in Ucraina intervengono a fare chiarezza due big del governo: il primo è il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. Il secondo è il titolare del dicastero della Difesa, Guido Crosetto. Entrambi spiegano ragioni e tempistica dell’emendamento al decreto Nato-Servizio sanitario in Calabria sulla proroga dell’invio armi in Ucraina, all’esame delle Commissioni Esteri-Difesa e Affari sociali in Senato, che è stato ritirato da parte dei relatori, dopo l’iniziale accantonamento. Entrambi partendo da un presupposto ineludibile: «Il governo non si è mai nascosto sulle necessarie autorizzazioni per l’invio di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’Ucraina. Abbiamo dato più volte ampia e totale disponibilità di riferire alle Camere».
Invio armi all’Ucraina, Crosetto e Ciriani: la scelta dell’emendamento
Per l’esattezza, nel ricostruire la vicenda e sgomberare il campo da pretestuosi equivoci e incomprensioni dell’ultim’ora, il ministro Ciriani, al termine della riunione dei capigruppo in Senato, ha spiegato nel merito: «Il Governo non si è mai nascosto sul tema dell’invio delle armi in Ucraina. Il ministro Crosetto più volte ha ribadito la sua disponibilità a riferire alle Camere prima dell’invio, come prevede una legge approvata dal governo Draghi». Si tratta – ha quindi proseguito Ciriani – di prorogare gli effetti di quella norma che scade il 31-12. La scelta dell’emendamento è tecnica per rendere più veloce il deposito e garantire la conversione dello stesso entro fine anno».
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«Non c’è nessuna volontà di nascondersi»
Quindi, «se ci sono le garanzie da parte dell’opposizione a convertire il decreto entro il 31-12, il Cdm prenderà in esame questa possibilità perché non c’è nessuna volontà di nascondersi». E ancora. Concludendo netto, Ciriani ha aggiunto: «Il Governo informerà sempre il Parlamento di quello che farà, secondo una procedura che è
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