Lo scorso anno ci lasciava Ezio Bosso, una vita per la musica

Lo scorso anno ci lasciava. Viveva per la musica, Ezio Bosso. Gli bastava mettersi a suonare o alzare la bacchetta a dirigere l’orchestra per cambiare il mondo, anche il suo, minato dalla malattia.

Dopo il lockdown imposto dall’emergenza coronavirus, il grande musicista, pianista, direttore d’orchestra compositore, se n’è andato, la notte scorsa, nella sua casa di Bologna. Aveva solo 48 anni. Ad acuire il quadro clinico del cancro con cui conviveva, ha contribuito anche la malattia neurodegenerativa che l’aveva costretto prima sulla sedia a rotelle e poi ad abbandonare il pianoforte.

Nonostante ciò, Ezio non si è mai arreso ne con il corpo ne con lo spirito e ha lottato con la forza di un leone.

Con la sua orchestra, la Europe Philharmonic, lo scorso gennaio aveva tenuto le ultime serate con la musica di Beethoven e Strauss al Conservatorio di Milano. Un successo strepitoso, come sempre!

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Nel periodo della quarantena gli mancava molto il fare musica insieme agli altri orchestrali e per il pubblico. Era anche molto preoccupato per il futuro dei componenti della sua orchestra senza un reddito. Era triste. “I miei orchestrali sono i miei fratelli, i miei figli -diceva- Ci sentiamo moltissimo ma non è lo stesso”.

Quando alzava la bacchetta, si accendevano la musica e le emozioni.

Aveva in mente molti nuovi progetti, anche per fare musica nel rispetto delle distanze. Purtroppo non ha avuto il tempo di realizzarli.

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