Zona rossa Lazio, Veneto, Piemonte, Lombardia e Friuli. Tre regioni gialle, Sardegna bianca da lunedì

Lazio verso la zona rossa, insieme a Friuli Venezia Giulia, Veneto e Piemonte. Tutta l’Italia dovrebbe infatti essere tutta rossa e arancione, eccetto la Sardegna.
Le Regioni dovrebbero cambiare colore, a causa dell’aumento dei contagi di Covid e la diffusione delle varianti, a partire da lunedì. Domani sarà diffuso il monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità, che porterà all’adozione di nuove ordinanze da parte del ministro della Salute Speranza con il cambio di colore per alcune regioni. Con l’Rt a 1 si passa in arancione, con 1,25 in rossa. Se le previsioni saranno confermate rimarrebbero in giallo soltanto Valle d’AostaCalabria Sicilia.
L’Rt del Lazio dovrebbe infatti aggirarsi attorno all’1,3. Stessa situazione del Friuli. Queste regioni potrebbero passare in zona rossa da lunedì in base ai parametri che ufficialmente verranno resi noti nelle prossime ore, dei quali sono filtrate alcune indiscrezioni. L’indice Rt  è uno dei dati che fanno scattare le misure previste per la zona rossa. Per quanto riguarda la classificazione del Vento «siamo sul filo del rasoio tra arancione e rosso, come molte altre regioni, risetto ai numeri», aveva detto il governatore Luca Zaia, ricordando che la zona rossa scatta con un Rt a 1.25. Anche la Lombardia rischia il rosso. Puglia e Liguria invece l’arancione.

L’allarme della Regione Lazio

Già l’Unità di Crisi Covid-19 della Regione Lazio, proprio oggi, aveva lanciato l’allarme: «I dati del contagio sono in aumento e raggiungono i livelli di due mesi fa, con un trend di crescita rispetto alle due settimane precedenti. Lo scenario è previsto in netto peggioramento, bisogna mantenere altissimo il livello di guardia». «Non è possibile concedersi nessuna distrazione – aveva sottolineato l’ente regionale – il virus con le sue varianti sta riprendendo vigore, la priorità è quella di interrompere ora la catena di trasmissione».

grafico covid italia

La situazione attuale e gli scenari

Oggi ci sono sei Regioni in giallo: Lazio, Puglia, Liguria, Valle d’Aosta, Calabria e Sicilia. Ma questa purtroppo è la fotografia dell’epidemia presa sui dati di due settimane fa.  Domani, quando dovrebbe riunirsi il consiglio dei ministri, si deciderà quindi di far passare alcune Regioni dall’arancione al rosso e altre dal giallo all’arancione o al rosso. Con il risultato di avere tutto il Paese in rossa o in arancione, ad eccezione però della Sardegna attualmente in bianco. L’Istituto Superiore di Sanità, in attesa del pre report che non è ancora arrivato, ha comunicato alla Regione il dato dell’Rt, che è salito all’1,41. Lo ha reso noto il governatore Alberto Cirio oggi a Cuneo per la tappa del tour di ascolto e condivisone del territorio sulla programmazione dei fondi europei 2021-2027 e sul Recovery Plan. In base alle ultime disposizioni, una regione passa in zona rossa quando l’indice del contagio, appunto l’Rt, supera l’1,25. I nuovi colori delle Regioni dovrebbero scattare da lunedì mattina. Ma il governo probabilmente deciderà di varare un decreto o un disegno di legge da approvare in fretta per anticipare alcune misure valide per tutto il periodo delle vacanze pasquali. E’ assai probabile che nel periodo pasquale ritorneremo al metodo adottato a Natale con tutta l’Italia in fascia rossa nei festivi e in fascia arancione nei giorni feriali. Inoltre con ogni probabilità sarà prorogato il divieto di spostamento fra le Regioni che al momento scadrebbe il 27 marzo.

grafico covid italia 1

Zone rosse e nuovo Dpcm

Secondo le indicazioni che arrivano sul Dpcm che sarà modificato, un vero e proprio lockdown potrebbe scattare nelle zone rosse, dove saranno chiusi locali pubblici e negozi, vietati gli spostamenti, consentita l’attività motoria soltanto nelle adiacenze della propria abitazione. L’indicazione del Cts non lascia spazio alle scelte dei governatori perché fissa il parametro che rende automatico il passaggio nella fascia di maggior rischio: 250 contagi settimanali per 100 mila abitanti. È proprio questo l’indicatore che molti presidenti di Regione hanno utilizzato per giustificare la chiusura di tutte le scuole.
Fonte Il Messaggero.it

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.