“Vietato sprecare briciole di pane”: quando il controllo distrugge (ma l’educazione ricostruisce)

“Non sprecare le briciole”. Non era una semplice regola domestica: era il simbolo di un controllo totale, asfissiante, che non lasciava spazio alla dignità di una persona. A questo si aggiungevano divieti assurdi: niente carne di cavallo al sangue, niente vin brulé in inverno perché “da vecchi”, e persino niente tango, percepito come immorale. Su...

Questa storia non parla solo di abusi, ma di una cultura che legittima il controllo. Un invito a riflettere sull’importanza dell’educazione al rispetto, di insegnare ai nostri figli che il valore di una persona non si misura dal potere che esercitiamo su di essa

@Canva

“Non sprecare le briciole”. Non era una semplice regola domestica: era il simbolo di un controllo totale, asfissiante, che non lasciava spazio alla dignità di una persona. A questo si aggiungevano divieti assurdi: niente carne di cavallo al sangue, niente vin brulé in inverno perché “da vecchi”, e persino niente tango, percepito come immorale.

Su qualsiasi spesa decideva lui, e non si poteva sgarrare neppure davanti a un tavolino dell’Ikea. Dietro ogni divieto, ogni correzione, si celava un messaggio: “tu non vali niente senza di me“.

Questo è il linguaggio della violenza. E questa e la storia di una donna il cui ex marito è stato condannato a tre anni per stalking, maltrattamenti, danneggiamento e accesso abusivo alla sua mail.

Un controllo capillare

Le regole imposte dal marito regolavano ogni aspetto


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