Venti di protesta in Mongolia
In 3 sorsi – L’ennesimo scandalo di corruzione che ha coinvolto funzionari pubblici in Mongolia, insieme alle conseguenze economiche di pandemia e crisi ucraina, ha portato la popolazione del Paese centroasiatico in piazza a manifestare per un cambiamento politico, nonostante le temperature ampiamente sotto lo zero. 1. INSTABILITÀ, CORRUZIONE E CARBONE Nel 1992 viene siglata […]
In 3 sorsi – L’ennesimo scandalo di corruzione che ha coinvolto funzionari pubblici in Mongolia, insieme alle conseguenze economiche di pandemia e crisi ucraina, ha portato la popolazione del Paese centroasiatico in piazza a manifestare per un cambiamento politico, nonostante le temperature ampiamente sotto lo zero.
1. INSTABILITÀ, CORRUZIONE E CARBONE
Nel 1992 viene siglata la prima Costituzione che, ponendo fine all’esperienza comunista, sancisce l’inizio della democrazia in Mongolia. Secondo Freedom House però la strada verso la piena realizzazione di uno Stato democratico è ancora lunga, in quanto la corruzione è endemica, le disuguaglianze sono molto forti (il tasso di povertà è al 28%), e l’instabilità politica è una costante della vita del Paese asiatico (come testimoniano le proteste e le manifestazioni contro la corruzione dello Stato, nel 2018, così come nell’aprile 2022). A queste tendenze si aggiunge l’onda lunga della crisi ucraina con le sue conseguenze a livello economico (forte dipendenza energetica da Mosca) e sociale (generale malcontento per l’inazione del Governo). Ulan Bator si è infatti astenuta in sede ONU dal condannare la guerra, a causa del
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