Unione per le Cure i Diritti e le Libertà: “Compatti per una informazione democratica”

Ieri si è svolta una manifestazione in contemporanea su 21 città nelle rispettive sedi della Rai per far valere il diritto all’informazione.
L’avvocato Erich Grimaldi stanco dell’indifferenza delle istituzioni e del servizio pubblico della comunicazione, quale la Rai, verso i protocolli di cura domiciliare, è pronto a dare battaglia per tutelare i diritti nostri e dei nostri figli.
Se non ci ascolteranno neanche il 10 luglio a Napoli, nella III Conferenza Nazionale sulle Terapie Domiciliari Precoci, l’avvocato Erich Grimaldi è già pronto per fare un’altra pubblica manifestazione, questa volta dianzi al Ministero della Salute a Roma dove andremo a consegnare personalmente al ministro Speranza, o chi per lui, il pacco delle petizioni firmate dove si chiede la partecipazione dei medici del gruppo nella revisione dei protocolli di cura domiciliare.
Purtroppo si sta riscontrando che si vive in un paese democratico che si sta gestendo in modo dittatoriale.
Speranza, che non vuole far partecipare medici preparati con esperienza sul campo dando ottimi risultati, deve rendere conto di tutti gli errori che sono stati fatti in questa emergenza sanitaria, altrimenti si deve dimettere.
L’avvocato Grimaldi dichiara inoltre che trova assurdo una copertura del genere a favore di un ministro che ha fatto acqua da tutte le parti.
III CONFERENZA Napoli
Circa duemila persone aderenti all’Unione per le Cure e i Diritti e le Libertà, associazione di cittadini a supporto del Comitato Cura Domiciliare Covid 19, hanno preso parte ieri, a partire dalle ore 18, ad un presidio simultaneo all’esterno delle sedi regionali Rai. A Roma, in particolare, oltre duecento coloro che hanno accompagnato il presidente dell’associazione Erich Grimaldi in viale Mazzini, dove una lettera già anticipata via posta certificata è stata consegnata alla presidenza Rai, per chiedere conto dell’omessa trattazione del tema delle cure domiciliari precoci da parte della televisione pubblica. In diverse delle sedi regionali capi redattore e giornalisti hanno raggiunto i referenti dell’associazione, per comprendere il motivo del presidio ed intervistare loro e i rappresentanti dell’associazione e del Comitato Cura Domiciliare Covid-19. “Un segnale che ci lascia ben sperare sul futuro”, ha dichiarato Erich Grimaldi, “perché il servizio pubblico, proprio nella sua declinazione naturale, dovrebbe garantire la libera informazione e raccontare agli italiani ogni singolo aspetto rilevante”, e certamente “il lavoro dei medici del nostro gruppo lo è stato e continua ad esserlo”.
Nonostante i ripetuti inviti e comunicati stampa inviati dal Comitato Cura Domiciliare Covid-19 infatti, al netto di mezzo milione di iscritti al gruppo Facebook di supporto, “non vi è stata alcuna copertura mediatica da parte delle trasmissioni Rai nazionali, tg ed approfondimenti, sull’attività del nostro gruppo o sulle cure domiciliari in generale”, ha proseguito Grimaldi, “così come sul dialogo tra il nostro Comitato e le istituzioni, sull’incontro con il sottosegretario Sileri, sul voto dell’8 aprile scorso con cui il Senato ha chiesto al Governo l’impegno per l’avvio di un tavolo di lavoro con i nostri medici e neppure”, ha aggiunto il presidente, “rispetto a tutte le battaglie in Tribunale che abbiamo portato avanti e vinto, rispetto alle stesse cure”. Inoltre, “quando si è parlato delle nuove linee guida licenziate dal Ministero della Salute, perché non è stato fatto cenno sempre del voto del Senato?”. Infine, ha concluso l’avvocato Grimaldi, “anche rispetto alla vaccino vigilanza attiva e passiva la televisione pubblica non sta dando alcuna indicazione, fondamentale per la ricerca volta a migliorare la stessa campagna vaccinale, così come sul consenso informato che andrebbe spiegato ai cittadini”, tralasciando, “l’omessa informazione sulle oltre 15 mila persone che hanno partecipato alle nostre conferenze nazionali a Milano e Roma”.
“Assistere in contemporanea e in diretta alla presenza di cittadini desiderosi di chiedere più informazione davanti alle redazioni della televisione pubblica è un dato da ricordare”, ha sottolineato Valentina Rigano, portavoce del Comitato, “da giornalista reputo fondamentale l’approfondimento e l’ascolto, prima ancora del confronto e dell’eventuale dissenso, a maggior ragione dalla TV di Stato”.
Migliaia le firme raccolte per chiedere alla presidenza Rai di parlare delle cure domiciliari, a seguito dei presidi di ieri.
“Chiediamo di essere ascoltati, e l’apporto dei nostri medici dovrebbe essere interesse di tutti”, ha concluso Grimaldi.
Unione per le Cure, i Diritti e le Libertà
Comitato Cura Domiciliare Covid-19

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