Ultime ore di battaglia sui sottosegretari. Gli scontenti battono cassa ma Meloni tiene il punto. La nomina del forzista Mangiavalori divide ancora la maggioranza

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Passano le ore, si avvicina il Consiglio dei ministri decisivo – previsto all’ora di pranzo – ma nella maggioranza l’accordo sui sottosegretari appare ancora lontano. Questa volta ad agitare le acque è il nome di Giuseppe Mangialavori che Silvio Berlusconi vorrebbe indicare come sottosegretario al ministero delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini ma su cui ci sarebbe il veto di Giorgia Meloni che sarebbe a dir poco irritata.

Questo perché sul medico senologo e coordinatore calabrese di Fi, come si legge in un articolo pubblicato da Repubblica, “si allungano da mesi le ombre di presunti rapporti con pentiti ed esponenti di spicco della ‘ndrangheta”. Mangiavalori dal canto suo ha negato ogni addebito e si è sempre detto “più che sereno” ma, prosegue il quotidiano di via Cristoforo Colombo, “il suo nome compare negli atti giudiziari”.

Forza Italia fa quadrato su Mangiavalori

Malgrado il caso – tutto politico – sia definitivamente deflagrato, sul nome di Mangiavalori Forza Italia si dimostra compatta e continua a tenere il punto. Tra i forzisti più critici spicca , vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, che ai microfoni di Radio24 non le ha mandate a dire.

“Saremmo all’anno zero della politica se nella scelta dei sottosegretari dovesse esserci un problema, addirittura, come riportano alcuni giornali, un veto o un no, nei confronti dell’onorevole Mangialavori, che non è stato né condannato, né imputato, né indagato, né raggiunto da alcun avviso di garanzia per vicende legata a fatti di ‘ndrangheta o altro” ha spiegato Mulé.

Ultime trattative per i sottosegretari

Così a poche ore da Consiglio dei ministri, nella maggioranza ancora si tratta. Come accade ormai da settimane, sul piede di guerra c’è soprattutto il Cavaliere. Proprio Berlusconi, infatti, nei giorni scorsi ha spinto per la nomina di Valentino Valentini alla Farnesina, suscitando imbarazzi per via dei rapporti di quest’ultimo con il Cremlino. Proprio per questo è arrivato il No della Meloni e alla fine si è trovato l’accordo per farlo accasare allo Sviluppo economico. Tutto risolto? Nient’affatto.

Il patron di Forza Italia si è battuto – con successo a quanto trapela – per far assegnare ad Alberto Barachini la delega all’Editoria, e dovrebbe spuntare anche la nomina di Francesco Paolo Sisto alla Giustizia, Paolo Barelli all’Interno e starebbe insistendo per la conferma di Francesco Battistoni all’Agricoltura e Andrea Mandelli alla Sanità.

Nella Lega, invece, c’è da calmare le acque interne dove


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