
Uccelli lasciati morire di freddo e leggi infrante: cacciatore condannato per bracconaggio e maltrattamenti
Aveva lasciato morire di freddo e di stenti gli uccelli catturati, rimasti impigliati per ore e ore in una rete. Specie appartenenti anche alla fauna protetta, nel totale disprezzo delle leggi nazionali e comunitarie. Sono queste alcune delle irregolarità contestate a un cacciatore di Lestizza, in provincia di Udine, ma non le uniche. L’uomo era...
Un cacciatore della provincia di Udine è stato condannato per atti di bracconaggio e maltrattamenti. Ancora una volta i due crimini vanno a braccetto, come denunciano le associazioni animaliste
@rodimovpavel/123rf.com
Aveva lasciato morire di freddo e di stenti gli uccelli catturati, rimasti impigliati per ore e ore in una rete. Specie appartenenti anche alla fauna protetta, nel totale disprezzo delle leggi nazionali e comunitarie.
Sono queste alcune delle irregolarità contestate a un cacciatore di Lestizza, in provincia di Udine, ma non le uniche. L’uomo era anche in possesso di cartucce non denunciate oltre che di reti a tramaglio.
Le reti erano utilizzate per l’uccellagione, un’orribile pratica vietata a livello europeo dalla Direttiva Uccelli sin dal 1977. Tale pratica comporta la cattura di uccelli di piccola taglia per mezzo di reti quasi invisibili. In queste reti gli uccelli trovano la morte, una morte lenta.
L’uomo era stato denunciato con l’accusa di maltrattamento di animali e di bracconaggio. A seguire la vicenda è stata l’associazione LAV. A febbraio 2022 il cacciatore aveva ricevuto una pena di otto mesi di
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