Teatro Regio, alla prima di Muti gente in tuta: serve un dress code

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Un milanese in visita al Teatro Regio venerdì sera avrebbe potuto pensare che le signore presenti per l’attesa prima del Don Giovanni, diretto dal maestro Riccardo Muti, sapessero in anticipo che la chiave stilistica sarebbe stata di grigia cupezza, e si fossero adeguate. Perché il nero era il colore dominante in questa sobria serata inaugurale.

In realtà da sempre la torinese di classe è daltonica, e vede i colori in (poco) bianco e nero. Quindi: gonne lunghe, completi pantaloni, tubini, tutto all black, con appena qualche tocco di rosa boomer qua e là… Purtroppo anche fogge e modelli erano standardizzati, essenziali, buoni, ma senza follie. I pochi abiti di grande suggestione erano vintage, capi sartoriali e d’alta moda appartenenti alle mamme e alle nonne di alcune signore molto raffinate, e di grande attualità, perché in piena sintonia con l’idea di eco sostenibilità. Insomma, come diceva Giuseppe Verdi: facciamo un passo avanti, torniamo all’antico! Di contro, i giovani della generazione Z, fedeli al motto di chi lavora in Microsoft “anything goes”, cioè “va bene qualunque cosa”, hanno mostrato un campionario

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