“Sono allergico ma non posso avere il Green Pass”. Il paradosso dentro cui sono incastrati molti italiani
Un incubo. Con il Green Pass il “governo dei migliori” sta letteralmente uccidendo la democrazia.
Un incubo. Con il Green Pass il “governo dei migliori” sta letteralmente uccidendo la democrazia.
L’obbligo di certificato colpirà pure la manodopera agricola. Ma tanti lavoratori non intendono vaccinarsi. L’allarme delle aziende: «Difficile trovare i sostituti». E chi ha ricevuto il russo Sputnik rimane nel limbo.
Dal 15 ottobre stop a stipendio e pensione per tutti i dipendenti senza la certificazione.
Votare? No, grazie. Non è più una crepa, ma una voragine: «Quando si vota in città importanti e c’è un astensionismo intorno al 50% – ammette Giorgia Meloni – non è una crisi della politica, ma della democrazia».
Le imminenti elezioni amministrative (valore, da uno a cento: zero) avrebbero in compenso l’effetto di conferire una parvenza di normalità democratica al nuovo stile di vita imposto dal regime di Mario Draghi?
Chi è che dà di matto sul Covid, Mario Draghi o Zoran Milanović? Quest’ultimo nome non appare mai, nei media italiani, chiusi nella loro bolla provinciale.
Nel gran vortice di disinformazione sul tema tamponi, green pass e vaccini, è stata coinvolta anche un’azienda di tutto rispetto che ha ben centrato il problema del green pass per i suoi dipendenti.
Difficilmente sarebbe stato approvato dal Parlamento: una buona fetta del partito conservatore si era schierata contro, così come il leader laburista Starmer. Gli attuali vaccini, affermano, costituiscono già una efficace «prima linea di difesa».
Per quanto riguarda l’obbligatorietà della vaccinazione, il ministro della Salute annuncia: “Non abbiamo paura di dire che è una opzione in campo. Sulla base dei dati già dall’autunno ci faremo un’idea compiuta sempre nel confronto con la comunità scientifica”.
Ma non per studenti. Verificano dirigenti e datori di lavoro.