Sinis, il lato selvaggio della Sardegna: vi porto alla scoperta della Terra dei Giganti
C’è una Sardegna che non si fa trovare sulle rotte del turismo di massa, che non è cartolina patinata, né movida. Lontana dal clamore della Costa Smeralda o dall’overtourism della Gallura, c’è la Penisola del Sinis, nella provincia di Oristano, un angolo di terra dove la natura è ancora padrona, i ritmi sono lenti e...
C’è una Sardegna che non si fa trovare sulle rotte del turismo di massa, che non è cartolina patinata, né movida. Lontana dal clamore della Costa Smeralda o dall’overtourism della Gallura, c’è la Penisola del Sinis, nella provincia di Oristano, un angolo di terra dove la natura è ancora padrona, i ritmi sono lenti e la storia affiora dalla sabbia. Qui non si viene solo per le spiagge (che comunque sono tra le più belle dell’isola), ma per vivere un’esperienza autentica, camminare tra le rovine di civiltà dimenticate e connettersi con un territorio che parla la lingua del vento, del mare e dei fenicotteri rosa.
Nonostante la sua suggestiva bellezza, questo territorio è rimasto a lungo un luogo conosciuto soltanto da pochi viaggiatori curiosi, un isolamento questo che ha permesso ancora oggi di conservare intatto tutto il fascino e l’autenticità che gli antichi Romani avevano apprezzato già duemila anni fa. La straordinaria scoperta archeologica dei Giganti di Mont’e Prama, avvenuta negli anni ’70, ma valorizzata pienamente solo di recente, ha attirato sulla Penisola del Sinis l’attenzione internazionale, portando
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