Se il GP ti vogliono domandare, tu mandali…

A cagare! Ne ho già sentiti due di amici che si sono visti porre il veto per la cena o il pranzo di Natale, con i famigliari: o ti fai il tampone, visto che non sei vaccinato, o noi non veniamo. E, allora, andate a fare in culo! Non esiste risposta migliore.
No, signori, è fondamentale non cedere alla follia imperante, non dare credito a ogni squilibrato, per quanti legami di sangue o parentela possano intercorrere tra di voi.
Come già detto nel caso di ristoranti o attività commerciali favorevoli all’immonda tessera verde, è necessario mantenere una coerenza da crociati. Il nemico si combatte e basta. Nessuna negoziazione. Se, a giorni, per quieto vivere, vi presterete a questo gioco, tra dieci anni, saremo ancora qui a igienizzarci e indossare la maschera anche per andare al bagno.
È un principio cardine, soprattutto in una contingenza quale quella attuale, puntare i piedi e non piegarsi per nessun motivo al mondo. Il Potere, dovete capire, ha come suo primo guardiano il cittadino comune che ne perpetua ottusamente i dettami, in particolare imponendo agli altri di rispettarli a propria volta.
È più pericoloso lo zio che pretende il tampone per sedersi a mangiare il panettone con voi di qualsiasi Draghi o Mattarella. Il Parlamento intero non è neppure una scorreggia, se paragonato alla forza omologante di una famiglia.
Piuttosto, sbronzatevi da soli, segatevi su YouPorn, ma non andate casa di qualche parente alluvionato di testa. Dovete far capire che non tenete in minima considerazione la loro opinione e che non gradite la compagnia di idioti a tavola, visto che, com’è noto, i pro-vax sono così stupidi da far salire subito l’acidità di stomaco.
Ognuno a casa sua e vedrete che, almeno per quel che vi riguarda, starete molto meglio. Dite di no a quel vecchio barile di aceto di vostra zia che vi sventola tutta tronfia il suo green pass sotto il naso.
Ah, ovviamente, rifiutate categoricamente di rispettare le regole perverse elencate da “La Repubblica” nel numero del 19 Dicembre. Abbracciate tutti, anche contro la loro volontà; scambiatevi le posate con i commensali; portate gli anziani, specialmente quelli non vaccinati; passate il telefonino per fare gli auguri; e la finestra aperta, se non si gela, la apra il Direttore di quel cesso di giornale, che l’unico a dover fare uscire la puzza è lui. E, naturalmente, evitate di regalare l’abbonamento per un anno a “Repubblica” che, altrimenti, la gente si rincoglionisce ancora di più.
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Le regole da coglioni di “La Repubblica”

Bene, io ve l’ho detto e, adesso, sapete cosa fare. Ricordate che la guerra non è in trincea, ma comincia in prima istanza tra le mura di casa vostra. E chiunque, parente, amico, zio, zia, nonno, nonna, se rompe le palle, deve essere fucilato di vaffanculo all’istante. Non fatevi fregare dal buon cuore e dall’educazione. E, come diceva anche una vecchia pubblicità: a Natale puoi fare quello che non puoi fare mai… Appunto, mandarceli.
Matteo Fais
Fonte: Il Detonatore.it

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