Sangue, manca plasma. L’appello di Avis: «Donate, servono più volontari»

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di Margherita De Bac

Nel 2021 la raccolta è andata meglio rispetto all’anno della pandemia. Resta il problema della disorganizzazione del sistema trasfusionale in alcune zone d’Italia.

A Ragusa i donatori di sangue sono 14 ogni 100 abitanti e questo vale alla città il record in Europa. Poco lontano, a Messina, il tasso scende a 0,4 ogni 100. Anche qui c’è un primato, l’ultimo posto in Europa. Sono i paradossi della Sicilia ma non solo. Se ne contano anche nel resto d’Italia secondo i dati diffusi lunedì da Avis in occasione della Giornata mondiale della donazione.

Poche donne

Una situazione a luci e ombre che varia in base al tipo di organizzazione locale e all’attività dei volontari, più o meno efficace. Vincenzo De Angelis, direttore del centro nazionale sangue fa scorrere le slides con i risultati del 2021. I donatori sono aumentati rispetto all’anno nero, il 2020, in cui si è toccato il fondo. Rispetto al 2019 siamo sotto dell’ 1,8%. In prevalenza gli autori del dono sono uomini (77%), età più rappresentata 46-55 anni (c’è ancora molto da fare tra i giovani), l’80% si recano periodicamente ai centri trasfusionali.

2022 in salita

Neanche i numeri del 2022 fanno essere ottimisti. Dopo i primi due mesi caratterizzati da un brusco calo della raccolta, da attribuire probabilmente all’ondata di casi da variante Omicron, dopo un marzo stabile, aprile non ha portato buone notizie. Ancora un calo, specie per il plasma. E questo porterà a una carenza di sangue durante l’estate con le conseguenze note: rinvio di interventi chirurgici, scambio di sacche tra le Regioni meno rifornite e quelle che possono «esportarle».

La crisi in Usa

L’autosufficienza in Italia è stata garantita per i globuli rossi. Male il plasma. Per coprire il fabbisogno nazionale di emoderivati è necessario ricorrere al mercato internazionale, in difficolta anche negli Usa dove la donazione è retribuita. Gianpietro Briola, presidente Avis e coordinatore di Civis (coordinamento dei volontari che riunisce Croce Rossa, Fida e Fratres) fissa i traguardi. Raggiungimento dei livelli pre-pandemia e incremento dell’indice di donazioni individuali, fermo all’1,6%.

7 milioni

Per sostenere la raccolta del plasma è stato stanziato un fondo aggiuntivo nel decreto concorrenza, 6 milioni per l’organnizzazione, 1 milione per la promozione. Come vivono la carenza della parte liquida del sangue i malati che hanno bisogno delle sue componenti? Alessandro Segato, parla a nome dei pazienti con immunodeficienze primitive, al primo posto nella lista delle priorità pubblicata da Aifa (agenzia naionale farmaco) perché venga garantita la precedenza a chi non può aspettare.

I talassemici

L’associazione Piera Cutino, da anni al fianco dei talassemici (3 milioni di portatori sani in Italia) il 16 giugno farà un appello pubblico per la donazione. Per loro il sangue è un salvavita. Oltre a incrementare il numero dei donatori si può fare molto dal punto di vista organizzativo. Razionalizzando la raccolta, accorpare i centri di lavorazione, eliminare i margini di spreco delle sacche che troppo spesso restano inutilizzate perché scadute.

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