
Ricordando il disastro di Seveso: cosa (non) abbiamo imparato dalla Chernobyl italiana
Era il 10 luglio 1976 quando una nube tossica carica di diossina si sollevò dal reattore dell’Icmesa, un’industria chimica di Meda, in provincia di Monza e Brianza. Quella nube investì la vicina cittadina di Seveso, causando una catastrofe: bambini con lesioni cutanee, aborti, centinaia di intossicati, migliaia di animali morti, famiglie costrette ad abbandonare le...
Prima di Chernobyl e di Fukushima ci fu Seveso, anche se tanti hanno dimenticato. Ad avvelenare e seminare morte in Lombardia non fu solo la nube di diossina, ma l’omertà di chi voleva nascondere ciò che stava davvero accadendo. A quasi 50 anni dal disastro ambientale più grave della storia italiana, ci sono molte lezioni da cui avremmo dovuto apprendere per scongiurare gli errori del passato.
10 Luglio 2025
Era il 10 luglio 1976 quando una nube tossica carica di diossina si sollevò dal reattore dell’Icmesa, un’industria chimica di Meda, in provincia di Monza e Brianza. Quella nube investì la vicina cittadina di Seveso, causando una catastrofe: bambini con lesioni cutanee, aborti, centinaia di intossicati, migliaia di animali morti, famiglie costrette ad abbandonare le loro case.
Fu uno dei peggiori disastri ambientali d’Europa. Eppure, a quasi 50 anni di distanza dall’accaduto, la domanda resta: cosa abbiamo davvero imparato da Seveso? La risposta più onesta è: molto meno di quanto avremmo dovuto.
La
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