Quarta ondata: Scelte politiche ghettizzanti, non certo a tutela della salute

É opportuno che il Governo si assuma le proprie responsabilità in fatto di Green Pass.
Ora anche The Lancet, oltre che l’European Journal of Epidemiology, pubblica dati epidemiologici a supporto del fatto che non ha senso stigmatizzare i non vaccinati, creando una divisione sociale e giustificando trattamenti discriminatori, perché i fatti parlano chiaro:
Il virus circola anche tra i vaccinati.
Alla luce di questo, se oggi sta ripartendo una quarta ondata, è merito di chi ha imposto controlli solo su una parte della popolazione, invece che su tutta, compiendo così una scelta politica certamente ghettizzante, ma non certo a tutela della salute.
Lo dimostrano anche le diverse esperienza di persone infettate dai vaccinati.
Quest’ultimi, grazie alla errata comunicazione dei media, si sentono sicuri dal fatto che essendo illusi di essere immuni, pensano di essere liberi di poter abbassare la guardia, infatti con la frase mi scusi non ho la mascherina, “tanto sono vaccinato“ sono liberi di contagiare e contagiarsi.
Sui social si leggono tante esperienze di persone non vaccinate contagiati da persone vaccinate: riportiamo una a campione “io e il mio compagno siamo stati contagiati da due vaccinati sul luogo di lavoro. Noi controllati ogni 48h per poter avere diritto al lavoro. I vaccinati liberi di contagiare a destra e manca. Per fortuna ci sono le cure precoci quindi tutto sta andando bene…… Ma mi guarderei bene dal definire chi sono gli UNTORI!!!!!”

diffusione variante

COVID-19: stigmatizzare i non vaccinati non è giustificato

Negli Stati Uniti e in Germania, funzionari di alto livello hanno usato il termine pandemia dei non vaccinati, suggerendo che le persone che sono state vaccinate non sono rilevanti nell’epidemiologia di COVID-19. L’uso di questa frase da parte dei funzionari potrebbe aver incoraggiato uno scienziato a sostenere che “i non vaccinati minacciano i vaccinati per il COVID-19”. Ma questa visione è troppo semplice.

Vi sono prove crescenti che gli individui vaccinati continuano ad avere un ruolo rilevante nella trasmissione. 

In Massachusetts, USA, sono stati rilevati un totale di 469 nuovi casi di COVID-19 durante vari eventi nel luglio 2021 e 346 (74%) di questi casi riguardavano persone completamente o parzialmente vaccinate, di cui 274 (79%) erano sintomatici. I valori di soglia del ciclo erano similmente bassi tra le persone che erano state completamente vaccinate (mediana 22,8) e le persone che non erano vaccinate, non completamente vaccinate o il cui stato vaccinale era sconosciuto (mediana 21,5), indicando un’elevata carica virale anche tra le persone che erano completamente vaccinati.

Negli Stati Uniti, entro il 30 aprile 2021 sono stati segnalati un totale di 10 262 casi di COVID-19 in persone vaccinate, di cui 2725 (26,6%) erano asintomatici, 995 (9,7%) sono stati ricoverati e 160 (1 ·6%) è morto.

In Germania, il 55,4% dei casi sintomatici di COVID-19 in pazienti di età pari o superiore a 60 anni riguardava individui completamente vaccinati, e questa proporzione aumenta ogni settimana. A Münster, in Germania, si sono verificati nuovi casi di COVID-19 in almeno 85 (22%) delle 380 persone che erano completamente vaccinate o che si erano riprese dal COVID-19 e che frequentavano una discoteca.

Le persone vaccinate hanno un minor rischio di malattie gravi ma sono ancora una parte rilevante della pandemia. 

virus 1024x724 2

È quindi sbagliato e pericoloso parlare di pandemia dei non vaccinati. 

Storicamente, sia gli Stati Uniti che la Germania hanno generato esperienze negative stigmatizzando parti della popolazione per il colore della pelle o la religione.

Invito i funzionari di alto livello e gli scienziati a fermare la stigmatizzazione inappropriata delle persone non vaccinate, che includono i nostri pazienti, colleghi e altri concittadini, e a impegnarsi maggiormente per riunire la società.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.