Primi segnali di risalita della curva dei contagi: anche in Italia è già effetto Omicron 5

È da cinque giorni consecutivi che si registrano più casi rispetti agli stessi giorni della settimana precedente. La sottovariante Ba5 sarebbe già al 13 per cento.

Sono 22.361 i nuovi contagi da Covid registrati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Mercoledì scorso erano quasi 4mila casi in meno. È da cinque giorni consecutivi che si registrano più casi rispetto agli stessi giorni della settimana precedente. La curva dunque mostra segnali di risalita e non è da escludere che questa ripresa dei contagi dopo il calo delle ultime settimane non sia legato alla crescita della presenza della sottovariante Omicron 5 in Italia che ormai sarebbe a circa il 13%, una mutazione molto più contagiosa delle precedenti sottovarianti e colpevole di nuove ondate in alcuni Paesi europei.

Negli ultimi cinque giorni primi segnali di risalita

Da settimane anche se con una discesa molto lenta i contagi sono in costante e graduale calo. Da cinque giorni si osserva però una prima leggera inversione di tendenza, almeno se si mettono a confronto gli stessi giorni della settimana. E così si scopre che sabato 4 giugno ci sono stati 22.527 casi contro i 18.255 di Sabato 28 giugno, mentre Domenica 5 giugno si sono registrati 15082 nuovi contagi contro i 14826 di Domenica 29 maggio. Stessa tendenza in crescita nei giorni successivi: Lunedì 6 giugno 8512 casi, più dei 7537 di Lunedì 30 maggio, mentre Martedì 7 giugno i nuovi contagi sono stati 28082 contro i 24267 del Martedì precedente (31 maggio). Infine Mercoledì 8 giugno i nuovi positivi sono stati 22361, ben 3970 in più rispetto ai 18391 di Mercoledì 1 giugno. Tornano anche a salire dopo molti giorni gli attuali positivi al Covid con +18 casi in 24 ore e un totale di 628.995: il bollettino del giorno precedente del ministero della Salute aveva registrato un calo di -2.371. Sul totale, sono 624.500 le persone in isolamento domiciliare.

 

Omicron 5 in Italia sarebbe già presente al 13%

Sicuramente è ancora presto per parlare di una inversione di tendenza. Ma i primi segnali ci sono tutti e la colpa di questa mini risalita potrebbe essere dell’ultima sottovariante di Omicron , la Ba5 ribattezzata appunto Omicron 5 che è più contagiosa delle “sorelle” finora dominanti e che in alcuni Paesi europei ha già provocato una risalita della curva: in particolare in Portogallo, ma anche in Germania, Francia, Austria, Belgio e Olanda. Proprio in questi giorni il ministero della Salute e l’Istituto superiore di Sanità hanno fatto partire una nuova flash survey, un’indagine per conoscere la presenza di varianti e sotto varianti. Nell’ultima indagine di inizio maggio gla Ba5 era presente solo allo 0,41%, ma oggi sarebbe al,meno già al 13% secondo i calcoli fatti dal Ceinge-Biotecnologie sulla base delle sequenze genetiche del virus depositate nel nostro Paese nella banca dati internazionale Gisaid. Omicron 5 e anche 4 (molto simile) avrebbero in particolare un vantaggio competitivo su Omicron 2 finora dominante e potrebbero rimpiazzarla nel giro di qualche settimana.

Si aspettano i risultati della nuova flash survey

I numeri sono ancora pochi per dire se una di queste nuove sottovarianti potrà causare una nuova ondata di Covid-19: «È possibile, anche se sarebbero necessari più dati», osserva il genetista Massimo Zollo, coordinatore della Task force Covid-19 del Ceinge e dell’Università Federico II di Napoli. Quello che è chiaro, ha aggiunto, è che «il virus cerca di agganciarsi alle cellule in modo più efficiente». Dal 25 maggio a oggi, prosegue, nel nostro Paese «sono state depositate 219 sequenze del virus SarsCoV2 e, di queste, 29 sono della sottovariante BA.5: è chiaro che con numeri come questi non è possibile tracciarla con esattezza in Italia». Le sequenze finora ottenute «provengono da Umbria, Lombardia ed Emilia Romagna, ma – rileva – è probabile che la BA.5 sia presente anche in altre regioni». A fare luce sulla presenza effettiva di Omicron 5 in Italia sarà la nuova flash survey di ministero della Salute e dell’Iss che però pubblicheranno i dati non prima di metà giugno.

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