Prima settimana della COP30 fallimentare, c’è un nodo che blocca tutto: chi paga per salvare il clima?

La prima settimana della COP30 di Belém si è conclusa venerdì con un quadro che preoccupa: mentre all’interno dei palazzi governativi i negoziati procedono a rilento, nelle strade della città amazzonica migliaia di persone hanno marciato per chiedere che le promesse si trasformino finalmente in fatti concreti. Il Global Carbon Project ha diffuso dati allarmanti...

Trascorsa la prima settimana di COP30 a Belém, i negoziati sui finanziamenti climatici restano bloccati mentre i popoli indigeni protestano per l’esclusione. Le emissioni crescono e l’obiettivo di 1,5°C si allontana

Riccardo Liguori

17 Novembre 2025

@Canva

La prima settimana della COP30 di Belém si è conclusa venerdì con un quadro che preoccupa: mentre all’interno dei palazzi governativi i negoziati procedono a rilento, nelle strade della città amazzonica migliaia di persone hanno marciato per chiedere che le promesse si trasformino finalmente in fatti concreti. Il Global Carbon Project ha diffuso dati allarmanti proprio all’inizio della conferenza: le emissioni di CO₂ dai combustibili fossili raggiungeranno un nuovo picco nel 2025, allontanando ulteriormente l’obiettivo di contenere il riscaldamento globale entro 1,5°C.

Il presidente della COP30, André Corrêa do Lago, ha presentato un piano per rilanciare i lavori nella seconda settimana, strutturato su tre assi: colloqui ministeriali sulle


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